Impresa 4.0 e non solo: gli investimenti trainano un settore in ascesa
Si conferma positivo l’andamento del settore macchine utensili, robot e automazione, con percentuali di crescita importanti rilevate nel 2017 e previsioni incoraggianti secondo il Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU. Merito anche (ma non solo) della conferma delle misure di super e iperammortamento, utilizzate però finora solo da meno della metà delle imprese, come suggerisce una ricerca condotta da Eumetra.
di Sergio Soriano
La buona notizia è che il 2017 dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione ha generato un fatturato di oltre 9 miliardi di euro, con i principali indicatori economici tutti in aumento. La notizia ancor più positiva è che le previsioni per il 2018 sembrano confermare il trend di crescita, con l’Italia stabile al quarto posto tra i produttori, al terzo tra gli esportatori e al quinto nella classifica globale di consumo.
Più in dettaglio, le previsioni per l’anno in corso vedono in aumento produzione ed export ma, esattamente come nel 2017, saranno consumo, consegne sul mercato interno e importazioni a registrare gli incrementi più decisi, tutti a doppia cifra, sostenuti dalle misure di super e iperammortamento previste dal piano Impresa 4.0.
“Con particolare riferimento al mercato domestico, l’indice ordini del secondo trimestre 2018, tornato di segno positivo dopo l’arretramento del primo trimestre, conferma la dinamicità della domanda espressa dagli utilizzatori italiani che, considerato il prolungamento delle misure anche per tutto il 2018, hanno ripreso a investire”, ha detto il presidente di UCIMU-Sistemi per Produrre Massimo Carboniero lo scorso luglio nel corso dell’annuale assemblea dei soci, cui è intervenuto anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.
Risultati e trend del 2017 e previsioni per l’anno in corso
Nel 2017, la produzione è cresciuta del 9,6%, attestandosi a 6.085 milioni di euro. Un risultato determinato sia dal buon andamento delle consegne dei costruttori sul mercato interno, sia dall’export che, tornato di segno positivo, si è attestato a 3.385 milioni di euro (+4,1%). In crescita anche il risultato del consumo che ha registrato, per il terzo anno consecutivo, un incremento a doppia cifra, attestandosi a 4.464 milioni di euro (+15,7%).
Stando ai dati del Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU, nel 2018 la produzione salirà del 9,3%, a 6.650 milioni di euro. Il consumo si attesterà a 5.070 milioni di euro (+13,6% sul 2017), trainando sia le consegne dei costruttori sul mercato domestico, sia le importazioni. Anche l’export proseguirà nella sua crescita, con un incremento del 4,6%. Nel secondo trimestre del 2018, l’indice degli ordini di macchine utensili è cresciuto del 2,8% su base annua, tornando di segno positivo (+0,5%) dopo l’arretramento del primo trimestre, dovuto evidentemente all’incertezza della conferma dei provvedimenti di super e iperammortamento.
“La piccola e media impresa ha necessità di tempo per valutare e attivare gli investimenti – ha aggiunto Carboniero – e ciò vale ancor di più con Industria 4.0 che porta con sé vere e proprie rivoluzioni organizzative, più difficili da immaginare e implementare”.
La ricerca condotta da Eumetra sull’utilizzo degli incentivi
Ma come le imprese italiane stanno utilizzando gli incentivi governativi mirati al rinnovo del parco macchine? A questa domanda ha provato a rispondere una ricerca commissionata da UCIMU-Sistemi per Produrre a Eumetra e presentata alla fine di giugno. Su un campione di 200 imprese del settore metalmeccanico, individuate per dimensione, fatturato, area geografica di appartenenza e tipologia di produzione, è emerso che il 90% degli intervistati, figure di vertice delle imprese (titolari, amministratori delegati, direttori generali) è a conoscenza dei provvedimenti per il rinnovo del parco macchine e la trasformazione digitale della fabbrica.
Decisamente anacronistico il restante 10% che dichiara di non saperne nulla.
Detto questo, solo il 46% afferma di aver usufruito degli incentivi. Il settore più dinamico è l’automotive, con il maggior numero di acquisti di macchinari. A fare la parte del leone sono le grandi imprese. In termini di macro aree geografiche è il Nord-Ovest, seguito dal Nord-Est, ad aver utilizzato di più i provvedimenti di super e iperammortamento. Fra gli obiettivi che hanno spinto a rinnovare il parco macchine, spicca la volontà di aumentare la capacità produttiva, e solo in ultima analisi le agevolazioni fiscali.
Favorire la conoscenza per scongiurare il digital divide
Un dato positivo è il 51% delle aziende che dichiara di voler investire tra il 2018 e il 2019, insieme al 75% consapevole dei cambiamenti da effettuare dopo la richiesta dell’iperammortamento (con la formazione del personale al primo posto). Sostanzialmente sono due le considerazioni generali che emergono da questa ricerca. La prima è che oltre metà delle aziende non è stata toccata dalla “rivoluzione” in atto, ovvero non ha fatto nel 2017 alcun tipo di investimento in nuove tecnologie di produzione, siano esse acquistate/ordinate in regime di super o di iperammortamento. La seconda considerazione riguarda il divario crescente nel sistema manifatturiero tra imprese innovative che ambiscono a migliorare e imprese ancorate al passato. Chi ha fatto o farà investimenti in questo biennio punta su macchine dotate di tecnologie digitali. Di contro, buona parte di chi non ha ancora investito non intende farlo nemmeno in futuro. La combinazione di questi due approcci di segno opposto produrrà effetti potenzialmente pericolosi, ampliando il digital divide fra le aziende, con poche sempre più forti e molte altre destinate a uscire dal mercato. Non si parla solo di incentivi fiscali, ma di un vero e proprio modo di organizzare l’attività per essere competitivi a livello nazionale e internazionale.