Primi segnali di ripresa all’orizzonte
Dopo il forte calo del 2020, l’industria italiana costruttrice di macchine utensili robot e automazione, rappresentata in Italia da UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, vede la ripresa già nel 2021. Sebbene non sarà pienamente recuperato il terreno perso in questi dodici mesi, le previsioni sono decisamente positive grazie anche alle misure previste dal piano Transizione 4.0 inserito nella Legge di Bilancio 2021.
Nel 2020 l’industria italiana costruttrice di macchine utensili robot e automazione, sulla quale la pandemia da Coronavirus ha avuto un fortissimo impatto, ha fatto registrare cali a doppia cifra per tutti i principali indicatori economici. Il 2021 si annuncia però di tenore completamente diverso e, anche se non sarà pienamente recuperato il terreno perso in questi dodici mesi, le previsioni sono decisamente positive. Questo, in sintesi, il commento di Barbara Colombo, presidente dell’Associazione.
Nonostante un quarto trimestre ancora in calo, per il 2021 è attesa la ripresa
Il Centro Studi & Cultura di Impresa dell’associazione ha rilevato un calo sensibile anche nel quarto trimestre 2020: -18,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Su base annua, l’indice totale segna un arretramento del 18,6% rispetto all’anno precedente. Il risultato è stato determinato dal crollo degli ordinativi raccolti sul mercato interno (-35,1%) e dalla riduzione di quelli raccolti sul mercato estero (-13,6%).
“L’anno da poco concluso – ha affermato Barbara Colombo – è stato indubbiamente complesso ma siamo fiduciosi che, già nei primi mesi del 2021, la situazione migliorerà. Misure governative di incentivo alla sostituzione dei macchinari obsoleti e alla transizione 4.0, disponibilità dei vaccini, insieme alla presenza di due importantissimi eventi quali LAMIERA e EMO MILANO 2021 (che ci auspichiamo potranno svolgersi “in presenza” n.d.r.), fanno ben sperare circa l’andamento di questo nuovo anno”. “Sul fronte interno, le misure previste dal piano Transizione 4.0, inserito nella Legge di Bilancio 2021, sono un ottimo incentivo alla ripresa, in Italia, degli investimenti in nuove tecnologie, digitali e non. Ora, ciò che è fondamentale è una comunicazione adeguata alle imprese, affinché conoscano criteri, tecnicalità e opportunità delle misure contenute nel provvedimento così da poterle sfruttare al meglio, senza tralasciare l’aspetto centrale della formazione 4.0”. Secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi UCIMU, nel 2021 la produzione crescerà a 5.795 milioni (+16,6% rispetto al 2020), trainata dal recupero delle esportazioni che si attesteranno a 3.220 milioni di euro (+11,8%) e dall’incremento delle consegne dei costruttori sul mercato interno che saliranno a 2.575 milioni di euro (+23,2%). Il consumo riprenderà dinamicità registrando un incremento, del 23,3%, a 4.175 milioni di euro. Anche le importazioni torneranno a crescere attestandosi a 1.600 milioni di euro, pari al 23,6% in più rispetto all’anno precedente. Il dato di export su produzione tornerà al 55,6% per effetto del bilanciamento dell’attività dei costruttori italiani tra mercato interno ed estero.
La formazione del personale è importante quanto l’aggiornamento tecnologico
Oltre ai crediti di imposta per gli acquisti di nuovi sistemi di produzione e all’incremento delle aliquote applicate agli investimenti in ricerca e sviluppo, le autorità di governo hanno previsto il credito per la formazione, considerando però nel calcolo dello sgravio fiscale, non soltanto il costo delle ore di formazione del personale coinvolto, ma anche il costo del formatore, l’aspetto più oneroso dell’attività sostenuta dall’impresa. “Credo che questa scelta – ha aggiunto Barbara Colombo – stimolerà decisamente le imprese ad avviare piani di formazione e aggiornamento del personale, indispensabili, almeno quanto l’aggiornamento tecnologico, per il mantenimento della competitività delle nostre aziende”.
Anche la disponibilità dei vaccini, a detta del presidente Colombo, dovrebbe contribuire alla ripresa dell’attività anche oltreconfine, facilitando la mobilità delle persone, determinante per il business delle imprese del comparto, da sempre impegnate sui mercati esteri.
“L’impossibilità di spostamento di merci e persone – ha concluso Colombo – così come la pressoché totale assenza di manifestazioni espositive, ha messo a dura prova il nostro operato nel 2020…Siamo stati costretti a farne praticamente a meno per un anno intero, cercando di sopperire con web meeting, collegamenti a distanza, video dimostrativi. Ora però le imprese hanno necessità di tornare a partecipare agli eventi fieristici e a organizzare incontri aziendali in presenza”.