Cinquant’anni di fluid power
Da quattro anni alla presidenza di ASSOFLUID, in occasione del cinquantennale dell’associazione Domenico Di Monte traccia un primo bilancio. Un’intervista “a tutto campo” che tocca temi quali il nuovo ruolo delle associazioni di categoria, l’evoluzione tecnologica nel comparto del fluid power e il suo andamento, in costante crescita in questi ultimi anni.
di Silvia Crespi
Quattro anni alla Presidenza di ASSOFLUID? Tempo di tracciare un bilancio?
Personalmente sono soddisfatto del lavoro svolto dall’associazione e dal Consiglio Direttivo che l’ha guidata dal 2014 al 2017. Il fatto che lo stesso abbia ottenuto essenzialmente una riconferma per il quadriennio 2017-2021 integrando nuove validissime risorse e consolidando un appoggio sempre più concreto da parte della stragrande maggioranza delle aziende, indica che il percorso tracciato sia condiviso ed è questo l’elemento più importante. Come ho sempre sostenuto, bisogna lavorare sia sulle strutture che su attività e contenuti ed è quello che in questi 4 anni abbiamo fatto, dalla creazione della società AFL Servizi, alla nuova sede, alle piattaforme di comunicazione come InMotion o il portale powerandmotionworld. Senza tralasciare le attività legate alla formazione, con la crescita del programma CETOP, gli accordi istituzionali con MIUR, i progetti di analisi settoriale realizzati con il supporto del Politecnico di Milano e la collaborazione iniziata con la casa editrice HOEPLI per la redazione di un testo dedicato alla nostra materia. Dal mio punto di vista fanno parte della formazione anche le attività realizzate in collaborazione con Federmacchine, gli eventi del programma “Assofluid incontra…” e tutte le conferenze su temi specifici legati al nostro contesto operativo, il cui obiettivo è diffondere la cultura del settore. Naturalmente uno dei fiori all’occhiello delle attività associative è legato alle analisi statistiche e all’internazionalizzazione, dove siamo riusciti a creare rapporti di partnership con le principali fiere di settore come SPS, Hannover Messe e tutto il circuito MDA, EIMA e molte altre. Se a quest’elenco aggiungessi anche i progetti nati da collaborazioni con partner dell’associazione come Cadenas (portale modelli 3D) o LinkedIn (progetto lead generation) giusto per citarne alcuni, l’elenco si allungherebbe decisamente. Molte di queste attività ci vedono collaborare con altre realtà associative, in primis ASSIOT, a conferma dell’importanza del networking e della condivisione di strategie e risorse per aumentare l’efficacia delle attività e l’efficienza operativa.
Quali sono le strategie messe in atto in seno all’Associazione e come vede, nel futuro, il ruolo delle Associazioni di categoria?
Spesso, soprattutto in passato, le associazioni di categoria erano apprezzate per la capacità di offrire servizi agli associati, agevolandoli quasi come se fossero un gruppo d’acquisto; nello stesso tempo fungevano da collettore di dati per fornire statistiche di settore o in alcuni casi per supportare l’organizzazione di una fiera. Credo che quelle citate siano tutte attività importanti, ma che nello stesso tempo il vero obiettivo che l’associazione deve porsi per i prossimi anni, sia quello di evolvere in termini di rappresentatività. Mi riferisco, ad esempio, alla capacità di imporre la propria voce in ambiti istituzionali nel momento in cui si parla di politiche industriali. Non a caso stiamo realizzando un percorso che, insieme ai nostri “cugini” di ASSIOT mi auguro possa portare a creare una realtà che rappresenti i nostri settori, che insieme in Italia valgono oltre 10 miliardi di euro, in modo trasversale e univoco, come del resto richiede lo sviluppo tecnologico a cui stiamo assistendo. Questo è un altro punto fondamentale: il cambio di paradigma tecnologico in corso, che deve portare necessariamente anche a un’evoluzione delle associazioni, i cui associati non sono più accomunati dal prodotto, ma da tecnologie e forse ancor più importante da “competenze” per realizzare soluzioni applicative.
Non si parla più di valvole, pompe, ingranaggi, motori o riduttori, ma di automazione, di sistemi per la trasmissione del moto, di soluzioni meccatroniche in cui, ad esempio, uno dei temi comuni è l’interconnessione dei componenti e la trasmissione/gestione dei dati per implementare servizi come il controllo remoto, la manutenzione predittiva etc. Questo coinvolge costruttori di componenti differenti che devono lavorare per raggiungere un obiettivo comune, che si tratti di componenti pneumatici, oleoidraulici, elettrici, di sensori o sistemi di visione, di centraline idrauliche o di protocolli di comunicazione, di software, hardware o ogni altro elemento necessario per realizzare la soluzione “smart”. In Italia abbiamo realtà eccellenti nel campo della meccanica, sia piccole che grandi, dobbiamo creare i presupposti per valorizzarle ulteriormente e farlo a livello settoriale, promuovendo le nostre peculiarità e trasmettendo le nostre necessità augurandoci che sul piano politico poi ci siano persone disposte ad ascoltare e soprattutto capaci di comprendere. La sfida è quella di trasformare l’associazione nell’interlocutore “naturale” da coinvolgere sempre quando si parla del nostro comparto: che si tratti, ad esempio, del MIUR che definisce i percorsi formativi o della strutturazione delle politiche industriali del MISE, e non ultimo dialogando costantemente con le associazioni che rappresentano i nostri clienti. Il 2018 è un anno molto importante per ASSOFLUID, l’anno del 50° anniversario dalla fondazione. In mezzo secolo di attività i modelli industriali sono cambiati così come sono cambiate le condizioni di mercato ed il modo di rapportarsi tra fornitore e cliente oltre che le tecnologie. Questo ha condizionato le aziende e i loro modelli di business e organizzativi, è impensabile che non si debba adeguare anche la struttura associativa e il ruolo stesso delle associazioni settoriali.
Fluid Power e automazione stanno diventando sempre più una sola realtà… Quali saranno gli sviluppi futuri? E quali saranno gli ambiti in cui il fluid power avrà le maggiori opportunità di crescita?
Noi produciamo i componenti essenziali per la realizzazione di macchine o impianti sempre più “intelligenti” e dove meccanica, elettronica e tecnologie digitali sono diventate funzionali più all’abilitazione di servizi a valore aggiunto che all’incremento delle performance del singolo componente. I nostri prodotti sono i componenti che abilitano l’utilizzo di queste tecnologie e la condizione necessaria è che siano predisposti per farlo e che abbiano la capacità di integrarsi in questi sistemi. Il trend principale che sta caratterizzando lo sviluppo industriale è legato alla capacità di utilizzare le tecnologie 4.0 sulle macchine, che si tratti di monitoraggio continuo per rilevare ed elaborare Big Data, di diagnostica integrata o di controllo remoto utilizzando piattaforme cloud; quello di cui si parla poco è della capacità di utilizzare quei dati e di trasformarli in azioni e decisioni strategiche, questo è il vero valore aggiunto che si può dare attraverso la propria competenza: come dire, bisogna essere in grado di trasformare i Big Data in “Smart Data”.
Quando parliamo di automazione il valore deve necessariamente essere calcolato in ottica di filiera più che di singola azienda o di prodotto; da qui l’evoluzione dell’organizzazione aziendale che deve essere predisposta per dialogare con gli altri soggetti della filiera con competenze diverse dal passato, legate più all’applicazione che al prodotto e nell’ottica di integrare il componente in un vero e proprio sistema complesso. Le aziende che saranno in grado di interpretare nel modo corretto questo cambiamento, di leggere i trend di mercato anche riguardanti tecnologie “complementari” come quelle legate all’IoT e più in generale alla digitalizzazione, e di adeguare la propria organizzazione in modo coerente, garantendo la flessibilità necessaria per operare in ottica di “customizzazione di massa”, potranno ricoprire un ruolo da protagonista anche nel prossimo futuro. Compito dell’associazione sarà anche di far comprendere queste tematiche e favorire, anche per le aziende più piccole, l’evoluzione nell’approccio al business.
Per il fluid power il 2017 si è chiuso con risultati addirittura superiori alle aspettative. Sul mercato nazionale sono cresciute sia la pneumatica sia l’oleodinamica, con la seconda che ha ottenuto migliori performance complessive. Per il 2018 è attesa un’ulteriore crescita per entrambi i comparti. Può commentare questi numeri?
Il 2017 è stato un anno decisamente positivo per tutto il settore della potenza fluida, in particolare per l’oleodinamica, che ha registrato incrementi significativi dopo alcuni anni di “sofferenza”.
Partiamo dai dati oggettivi: il comparto nel suo complesso ha evidenziato ottimi risultati grazie a buone performance delle consegne sul mercato interno (+9,0%) e delle esportazioni (+14,8%), che hanno portato ad avere una produzione che si avvicina ormai ai 3,5 miliardi di euro, di cui il 64% esportato (per un valore di circa 2,2 miliardi di euro). Da registrare anche un sensibile aumento della bilancia commerciale, attestatasi a oltre 1,2 miliardi di euro. Nel dettaglio l’oleoidraulica ha segnato una crescita del 9,3% del mercato (1,3 miliardi di euro) e del 13,8% della produzione (2,6 miliardi di euro), mentre la pneumatica ha registrato +9,5% per il mercato (815 milioni di euro) e +9,1% per la produzione (810 milioni di euro). I risultati emersi dall’indagine congiunturale riferita ai primi tre mesi del 2018, evidenziano come anche l’inizio di quest’anno è stato altrettanto positivo sia per il comparto pneumatico che per il settore oleoidraulico, che mostra un andamento particolarmente significativo sugli ordinativi. Analizzando nel dettaglio i risultati per i due comparti del Fluid Power in Italia, si evidenzia per l’oleodinamica la crescita del fatturato del Mercato nazionale (+15,9%) e della Produzione (+14,0%); medesimo andamento per il comparto pneumatico, che registra rispettivamente +10,6% e +11,8%. Anche la situazione del portafoglio ordini rispecchia l’andamento dei fatturati, accentuandone le rispettive tendenze. Per il comparto oleoidraulico infatti si registra +23,5% per il Mercato e +25,8% per la Produzione. Il settore della Pneumatica mostra invece per gli ordini variazioni più contenute: +9,5 % per il Mercato e +11,2% per la Produzione. Per il 2018 le previsioni sono pertanto al momento positive, anche se è difficile pronosticare valori numerici esatti; ritengo comunque che anche quest’anno assisteremo a una crescita del settore seppur con valori incrementali inferiori rispetto a quelli evidenziati nel 2017, questo potrebbe indicare la stabilizzazione di un trend di crescita che non può che renderci ottimisti. Ovviamente molto dipenderà dall’andamento dei principali settori di sbocco della potenza fluida, come ad esempio le macchine agricole e movimento terra, le macchine utensili e per il packaging, quelle per la lavorazione del legno e della plastica e in sintesi tutti i settori che fanno capo a Federmacchine.