E ora mettiamo insieme i tasselli del nuovo puzzle
Il dado è tratto, dunque. Con la conclusione del percorso formale e giuridico è stata sancita la nascita di FEDERTEC, la federazione che ambisce a rappresentare in modo integrato le tecnologie e le competenze che animano l’intera filiera dell’Industria Italiana della Meccatronica per la Potenza Fluida, la Trasmissione di Potenza, il Controllo e l’Automazione Intelligente dei Prodotti e dei Processi Industriali. Un progetto aperto, che vuole fungere da aggregatore per altre realtà che fanno parte della filiera allargata. Ne abbiamo parlato con Marco Ferrara, Direttore di ASSOFLUID, e Fabrizio Cattaneo, Segretario di ASSIOT, deus-ex-machina dell’iniziativa.
di Silvia Crespi e Fabrizio Dalle Nogare
Con l’assemblea del 23 gennaio è stata ufficializzata la nascita di FEDERTEC, ma ASSIOT e ASSOFLUID avevano intrapreso da tempo un percorso di iniziative congiunte: dalla nuova sede, all’organizzazione di eventi, fino alla partecipazione al progetto di InMotion, per esempio. A che punto siamo lungo questo percorso?
Ferrara: L’atto formale è concluso e, già dal 20 marzo, con l’approvazione a livello giuridico da parte della Prefettura, è stata ufficializzata la nascita di FEDERTEC: una Federazione unica che “conterrà” ASSIOT e ASSOFLUID come associazioni di settore e che rappresenterà il contenitore ideale per le realtà coinvolte. Ora continueremo a lavorare per l’avvio del progetto, a partire dalla scelta del logo (presentato l’8 maggio, vedi box, ndr), fino alla realizzazione del nuovo sito Internet, all’elezione del Presidente e delle cariche associative nel corso dell’Assemblea Generale di giugno.
Cattaneo: FEDERTEC vuole rappresentare una realtà nuova, molto più importante della somma di ASSIOT e ASSOFLUID che, preservando la tradizione dei settori delle due associazioni che si sono fuse in FEDERTEC, offra un nuovo focus per la rappresentanza di tutte le Tecnologie e le Competenze che animano l’intera filiera dell’Industria Italiana della Meccatronica per la Potenza Fluida, la Trasmissione di Potenza, il Controllo e l’Automazione Intelligente dei Prodotti e dei Processi Industriali.
Non solo, quindi, i produttori, ma i soggetti coinvolti nella progettazione, nell’assistenza, nei servizi: un’area di rappresentanza, quindi, decisamente più ampia.
Il progetto è aperto e l’obiettivo è proprio quello di accogliere altre realtà associative: un’esigenza che è partita proprio dalle aziende associate, oltre a essere la conseguenza diretta dell’evoluzione di un mercato che vede un’integrazione sempre maggiore tra le tecnologie. Oggi i sistemi sono sempre più complessi e si interfacciano gli uni con gli altri grazie alle nuove tecnologie. Il progetto FEDERTEC è di certo ambizioso, ma ci crediamo fortemente.
Quale valore aggiunto potrà portare la condivisione e l’ottimizzazione delle risorse?
Cattaneo: Il progetto presuppone la condivisione della struttura organizzativa e finanziaria, in un’ottica, appunto, di ottimizzazione delle risorse. Anche la base associativa potrà crescere. Questo ci dovrebbe permettere di fare meglio quello che abbiamo fatto finora, grazie anche alla condivisione delle best practices. La nostra natura non cambierà: continueremo a “fare associazione”, ma lo potremo fare meglio.
Ferrara: é proprio prendendo spunto dalle “best practices” di ciascuna associazione che saremo in grado di proporre agli associati iniziative ed attività più complete e specifiche e, soprattutto, indirizzate al settore, creando così quel valore aggiunto che le aziende si aspettano.
FEDERTEC nasce anche con l’obiettivo di aggregare altre realtà della filiera. Come intendete, nel concreto, attrarre questi soggetti, che siano associazioni o federazioni?
Cattaneo: FEDERTEC è nata in risposta a un’esigenza espressa dalle aziende protagoniste del nostro settore. Il processo di aggregazione deve, quindi, partire proprio dalle aziende, che devono farsi promotrici della nuova federazione, sollecitando altre realtà ad aderire e a partecipare alla vita del nuovo soggetto. Siamo assolutamente convinti che coinvolgendo altre associazioni e aziende, FEDERTEC possa diventare un attore fondamentale nel panorama associativo nazionale e internazionale.
Ferrara: Sarà necessario far percepire all’esterno il vero valore aggiunto di FEDERTEC e le potenzialità che la federazione può esprimere nella sua completezza; solo così riusciremo ad attrarre altri soggetti in questo nuovo progetto associativo.
Un rischio insito in qualsiasi fusione è la perdita di una quota di sovranità e di identità. Quali azioni pensate di elaborare non solo per tranquillizzare gli associati, ma soprattutto per convincere i più scettici della bontà del progetto? In altre parole, cosa vi sentite di dire a chi teme di veder scomparire “marchi” ormai consolidati come ASSIOT e ASSOFLUID?
Ferrara: Questo aspetto è stato tenuto in debita considerazione e si è deciso, proprio per preservare una storia cinquantennale, di proporre una struttura federativa, che consente quindi di mantenere due marchi storici nel settore come quelli di ASSIOT e ASSOFLUID. Ovviamente i soci dovranno abituarsi a ragionare in modo unitario e l’Assemblea di giugno sarà un importante momento di confronto. Finora abbiamo cercato di illustrare al meglio le motivazioni che hanno portato alla nascita di FEDERTEC.
Cattaneo: Personalmente ritengo che la vera medicina all’eventuale dissenso siano le ragioni. Nei prossimi mesi dovremo essere bravi a comunicare agli associati i cambiamenti che stanno avvenendo e, soprattutto, a far comprendere il vero valore aggiunto che scaturisce dalla creazione di FEDERTEC, oltre che a costruire l’immagine del nuovo soggetto.
Oggi si parla molto di automazione industriale o Industry 4.0, ma è importante considerare che anche gli organi di trasmissione e il fluid power sono elementi fondamentali dell’industria digitale: fattori abilitanti imprescindibili. Per usare un’immagine evocativa, se l’automazione è la schiuma del cappuccino, quindi la parte immediatamente visibile e con più appeal, i componenti per la trasmissione di potenza sono il latte e il caffè. E un cappuccino senza latte e caffè, semplicemente, non esiste. Dobbiamo fare in modo che un settore così importante in termini di volumi d’affari, ma anche in termini di tecnologia, abbia una adeguata visibilità.
Avremo parecchio da fare, insomma!
La nascita di FEDERTEC ha l’obiettivo di far sentire la voce del settore in modo ancora più efficace anche nella definizione delle politiche industriali. Fare rete per essere più forti, insomma. Pensate che anche le aziende italiane debbano seriamente ragionare sul superamento del modello “piccolo è bello”?
Cattaneo: Penso che “piccolo è bello” non sia un assioma. Certamente, una struttura più leggera favorisce la flessibilità, che non va però confusa con la dimensione di un’azienda: non è detto, infatti, che a una struttura grande corrisponda un processo decisionale farraginoso. Anche le reti d’impresa, di cui molto si parla come alternativa alla crescita dimensionale, sono fondate su un contratto che, però, può avere un valore relativo quando, per tornare a quanto si diceva in precedenza, uno dei contraenti non vuole rinunciare alla sua sovranità e discrezionalità.
Ferrara: Il mondo è sempre più complesso. Quello che abbiamo cercato di fare anche noi con la creazione di FEDERTEC è stato ottimizzare le risorse e unire le forze per offrire agli associati un servizio migliore e più adeguato alle esigenze dell’industria attuale.