Formazione delle risorse come fattore abilitante
di Fausto Carboni, Consiglio Direttivo Assiot
Accolgo con piacere l’invito a spendere qualche parola su un tema che credo rivestirà grande importanza per tutti nel futuro, anche se non per tutti è sin da oggi così evidente.
L’industria 4.0, figlia della quarta rivoluzione industriale, rappresenta per il nostro settore una sfida e, al tempo stesso, un’opportunità di importanza storica. È il processo che porterà a una produzione industriale automatizzata e interconnessa, tesa alla “industrializzazione delle soluzioni personalizzate”, quindi a proporre un paradigma completamente nuovo nella nostra industria.
Questo tema deve necessariamente occupare un posto privilegiato nella lista delle priorità e nelle strategie di sviluppo di tutte quelle aziende che hanno come obiettivo l’innovazione di prodotto. Ma non è tutto; è anche una sfida da cogliere in ogni ambito aziendale per acquisire un vantaggio competitivo, trasformando in opportunità i rischi sempre connessi al cambiamento tecnologico.
Se guardo al mondo della meccanica, e a Bonfiglioli nello specifico, l’industria 4.0 può avere diversi risvolti: a livello di organizzazione, di prodotti e di processi.
Impatta l’organizzazione, intesa come entità che pianifica e conduce il business, con la necessità di acquisire nuove competenze e nuove specializzazioni, dall’alta direzione fino all’operaio in fabbrica.
Impatta sui prodotti, perché se partiamo dall’assunto che un giorno un prodotto “connesso” avrà un valore maggiore rispetto a uno “non connesso”, è necessario interpretare i trend tecnologici e rivedere i contenuti di valore dei prodotti per avere profitto. Per conseguire il risultato sarà fondamentale dotarsi di competenze interne che non siamo ancora abituati a considerare, quali software e analisi di big data, e aprire l’azienda al mondo della ricerca, alle start-up tecnologiche e alla creazione di modelli di collaborazione che vanno oltre quelli tradizionali. Infine impatta sui processi aziendali, cioè sulla gestione della fabbrica in termini di manufacturing e di supply chain, dove connessione significa avere un maggior controllo sulla pianificazione della produzione e sulla sua qualità, allo stesso tempo significa avere una relazione più solida e maggiori sinergie con fornitori e partner.
In tutto questo ritengo che il fattore abilitante, trasversale al sistema impresa, sia rappresentato dalla formazione delle risorse. Le competenze e le professionalità necessarie a favorire il cambiamento sono diverse rispetto a quelle che sono state premiate in azienda fino ad oggi; occorre quindi investire sul re-training del personale già a bordo oltre che sul recruiting di nuove professionalità.
Si tratta di un approccio che, per essere pienamente adottato da parte delle aziende, necessita del supporto delle associazioni che le rappresentano. Le associazioni di imprese devono infatti avere ben chiaro lo scenario competitivo e tecnologico in cui ci stiamo muovendo, comprendere quali sono i principali fattori che creano valore e di guidare le aziende nella transizione verso l’Industria 4.0 con gli strumenti giusti.
Invito dunque, sul prossimo numero, il presidente di ASSIOT, Tomaso Carraro, a tracciare il primo solco della linea strategica che l’associazione potrà seguire nel prossimo futuro.