Giunti solidi e affidabili per triturare la plastica
L’attenzione per l’ambiente e la riduzione degli sprechi spinge la crescita della domanda di trituratori e di sistemi per il riciclo di materiale plastico. Questo tipo di macchina rappresenta una sfida per i fornitori di componentistica, come il produttore di giunti R+W, che devono soddisfare requisiti di estrema affidabilità e solidità.
di Stefano Vinto
Ridurre gli sprechi di materie prime, la plastica innanzitutto, è la parola d’ordine in tema ecosostenibilità. È una delle ragioni per cui la domanda di trituratori e di sistemi per il riciclo di materiale plastico è in netta crescita e rappresenta un settore sicuramente importante per l’impiego di componentistica meccanica di precisione.
Secondo il rapporto “L’Italia del riciclo 2018”, la produzione globale di materie plastiche è stata pari a 335 milioni di tonnellate. In Europa gli imballaggi incidono sul totale per il 40% circa e quasi l’80% di essi viene regolarmente avviato a operazioni di recupero e riciclo.
In Italia, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero del packaging plastico ha stimato in un milione di tonnellate il peso dei rifiuti raccolti attraverso la raccolta differenziata.
Le macchine per la triturazione nell’industria plastica: un segmento sempre più importante
Le aziende italiane che producono macchinari per la triturazione della plastica sono in grado di offrire impianti adatti a processare non solo polimeri vergini, ma anche materiali riciclati in percentuali sempre più elevate, con consumi energetici ridotti, per prodotti finiti performanti.
Pertanto, la svolta in chiave circular economy, che in prima battuta potrebbe presentarsi come una minaccia per la plastica, è in realtà un’opportunità di crescita per i costruttori di macchine, attrezzature e stampi. Nelle moderne industrie delle materie plastiche, il riciclaggio costituisce infatti un’attività fondamentale, funzionale sia alla particolare tipologia di prodotto realizzato, sia ai processi impiegati.
La scelta tra i diversi metodi di riciclaggio delle materie plastiche (meccanico, chimico ecc.) è legata al grado di contaminazione delle plastiche da trattare, per effetto della presenza di sostanze organiche (altri polimeri) o inorganiche (impurità diverse).
Un altro fattore che condiziona la scelta è la struttura molecolare delle plastiche coinvolte, così come la presenza di legami chimici trasversali, come nel caso delle gomme o delle resine termoindurenti.
Una macchina per la triturazione (o shredder) consente di ridurre le dimensioni del materiale plastico. Esistono diverse tipologie di macchine, equipaggiate con diversi sistemi di taglio (a un solo albero, a due alberi o a quattro alberi).
Il sistema di taglio condiziona successivamente anche le scelte del progettista in merito alla protezione della catena cinematica realizzata.
Configurazione ad albero di taglio singolo per alte velocità di triturazione
Questo tipo di macchina è caratterizzato da alti livelli di affidabilità e versatilità e da ridotti tempi di fermo macchina.
Questa configurazione ricorre maggiormente nelle macchine per la triturazione impiegate nelle attività di riciclo meccanico primario ed è tipica nelle applicazioni che prevedono alte velocità di triturazione.
Il sistema di spinta del materiale, aziona lo spintore che scorre sullo scivolo profilato nella camera di taglio. Il sistema di spinta è concepito in maniera tale da evitare la perdita di materiale durante l’azionamento dello spintore.
Il profilo dello scivolo previene il blocco dello spintore ed agevola il trattamento dei materiali in forma di lastre e fogli sottili.
Tale sistema di protezione non costituisce, comunque, l’unica soluzione per la protezione della catena cinematica. È opportuno quindi procedere a una opportuna scelta degli accoppiamenti cinematici, al fine di proteggere il motore elettrico da blocchi accidentali a causa dell’introduzione accidentale di impurità. A tale scopo si introducono appropriati limitatori di coppia, finalizzati alla protezione simultanea sia del motore elettrico che del riduttore, con tempi di intervento estremamente rapidi e caratterizzati da rapidità e praticità nelle operazioni di riarmo.
Una delle soluzioni progettuali più ricorrenti, in tale tipologia di macchine, consiste nell’integrare il riduttore all’interno del rotore di taglio.
Un’altra scelta progettuale, ricorrente in questo tipo di trituratore, riguarda il rotore di taglio equipaggiato da portautensili bullonati. La particolare forma dell’utensile è concepita in maniera tale da poter fornire sia diverse scelte del bordo di taglio (tramite rotazione dello stesso e riposizionamento tramite bullone) che l’ottimizzazione delle superfici di recesso, su cui viene convogliato il materiale.
Altri componenti fondamentali della macchina sono gli schermi perforati, il cui scopo è rendere quanto più possibile uniforme la granulometria del materiale triturato.
Macchine per la triturazione a due e a quattro alberi di taglio
Nelle macchine per la triturazione a due alberi, il sistema di taglio è realizzato in leghe d’acciaio ad alta resistenza; la camera di taglio è dotata di opportuni sistemi di strippaggio, al fine di evitare che il materiale processato si avvolga intorno ai rotori di taglio.
Le macchine a quattro alberi di taglio, rivolte anche ad altre tipologie di materiali, rappresentano la scelta di triturazione ottimale in quei contesti in cui viene attuato il riciclaggio meccanico secondario.
Queste macchine sono caratterizzate da una velocità di funzionamento più contenuta di quelle viste in precedenza; sono inoltre caratterizzate da bassa esigenza di manutenzione e dall’insensibilità alla presenza di oggetti estranei contenuti nel materiale da triturare.
Giunti robusti e affidabili per soddisfare i requisiti delle macchine tritarifiuti
Operare in un settore tanto dinamico implica la capacità di soddisfarne i requisiti che, per quanto attiene alle indispensabili macchine tritarifiuti, sono innanzitutto quelli della massima affidabilità e solidità.
I prodotti R+W destinati a questo tipo di macchinari devono essere molto robusti per reggere sforzi importanti, ma al tempo stesso serve un elemento che possa preservare la componentistica meccanica interessata dal moto in caso di sovraccarico in modo da preservare tutta la relativa catena cinematica ed evitare i fermi macchina dovuti alla rottura di qualche componente o addirittura degli utensili di triturazione. Ecco perché, per questo tipo di applicazioni, la soluzione ideale è rappresentata dall’utilizzo di giunti per coppie elevate con limitatore di coppia integrato.
R+W Italia propone diverse soluzioni che variano in base alla complessità della macchina. Negli impianti di triturazione o destinati al riciclo della plastica vengono utilizzati giunti per elevate coppie che appartengono alle serie dedicate alla trasmissione di potenza. Nello specifico vengono utilizzati i giunti a elastomero serie EK, i giunti lamellari della serie LP e i giunti a denti della famiglia BZ a gioco ridotto. Dove si rende invece necessario l’utilizzo di un limitatore di coppia, la scelta ottimale è rappresentata dal limitatore Serie ST, integrabile in ogni tipo di giunto precedentemente citato.