L’importanza di decidere… in modo deciso
Come ogni anno, in questo periodo si fanno valutazioni sull’anno appena trascorso per impostare, nel modo più verosimile e coerente, i budget e le strategie operative per il nuovo anno. La difficoltà che incontrano le aziende nel fare previsioni realistiche è sempre maggiore, soprattutto a causa dei numerosi fattori esogeni e, dunque, incontrollabili.
Ciò che è ormai evidente è il cambio di paradigma per cui diventa quasi più importante essere strutturati per rispondere in modo rapido e flessibile a eventuali mutamenti imprevisti del mercato, rispetto ad avere una solida organizzazione coerente con gli obiettivi e le strategie di un piano di medio-lungo periodo, orizzonte obbligato per una strategia efficace. Questa considerazione mi porta riflettere su quello che dovrebbe essere l’atteggiamento di chi deve infondere fiducia e offrire prospettive chiare per la politica economica del Paese, in modo che i diversi attori, in primis le aziende, possano contare almeno su basi solide come elemento per contrastare l’imprevedibilità dei fattori esterni.
Come ha detto il presidente di Confindustria riferendosi alla manovra economica del Governo: “Il punto non è tanto lo sforamento che il governo ha deciso” e la conseguente “trattativa in atto con la commissione Ue. Il punto è se queste risorse sono usate per la crescita o meno, cioè l’impatto della manovra economica sull’economia reale”.
L’attuale clima di perplessità e incertezza che si è diffuso sia nelle imprese, sia nelle famiglie di consumatori a seguito del quadro confuso di annunci e smentite del governo sui temi di politica economica, è a mio avviso una delle cause dell’inversione di tendenza di alcuni indicatori che rappresentano le prospettive del nostro Paese. Una modalità operativa destabilizzante a livello psicologico nei confronti dei comportamenti degli investitori, delle aziende e, non ultimo, degli stessi consumatori.
Consideriamo il contenuto del rapporto di Ottobre del Centro Studi di Confindustria “Dove va l’economia italiana e gli scenari di politica economica” dove si stima una crescita del PIL “in rallentamento dell’1,1% nel 2018 e dello 0,9% nel 2019 rispetto all’1,6% registrato nel 2017”. Se è vero che parte di questo risultato è legato all’incertezza, è altrettanto vero che su questa si può agire. Il presupposto da cui parto è che avere coscienza del proprio futuro porta a ottimizzare le proprie strategie; quindi decidere “una cosa” in modo argomentato e credibile è certamente meglio che restare in un limbo indefinito di mille ipotesi che spingono ad adottare misure cautelative e prudenziali che spesso sfociano in un immobilismo controproducente e che si autoalimenta. Sintetizzando questo concetto, direi che è necessario “decidere per poter decidere… in modo deciso”.