Non c’è più tempo

Il 2024 è chiaramente un anno di transizione e di difficoltà congiunturale, che segue anni caratterizzati dalla emergenza Covid e dalla crisi di disponibilità di componenti fondamentali quali quelli elettronici.
Siamo perennemente immersi in continue e molteplici crisi: guerre che causano chiusura di mercati ed embarghi, supply chain discontinue, prezzi che variano continuamente, crisi climatica sempre più impattante, attacchi informatici sempre più aggressivi, transizione ecologica incerta, regole poco chiare e via di seguito.
Siamo poi di fronte a una nuova rivoluzione industriale: la digitalizzazione, l’impatto della intelligenza artificiale sul mondo del lavoro e la necessaria sostenibilità, derubricata nelle sue 3 colonne Ambiente-Sociale-Governance, stanno fortemente influenzando la nostra vita e le nostre aziende.
Per finire, metà della popolazione mondiale quest’anno andrà al voto.
Probabilmente ce n’è abbastanza per essere agitati o preoccupati, ma è proprio in momenti come questi che il valore umano torna ad occupare il proprio posto con le intuizioni che ne derivano.
Ma è l’approccio a fare la differenza: è assolutamente necessario un approccio olistico, che tenga conto di tutti i fattori senza personalismi e senza arroccarsi sulle proprie posizioni: dobbiamo tutti, ma proprio tutti, fare un passo indietro, foca-lizzarci sul reale bisogno della comunità, per poter fare passi in avanti, tutti insieme.
Chi ci può aiutare in un tale percorso? La risposta teorica sarebbe facile: le istituzioni, per esempio, ma non sembrano oggi avere la forza e la concentrazione necessaria.
Di conseguenza, il tipico istinto italiano di “fare da soli” emerge spesso ma, a mio avviso, è un enorme errore: mai come ora è fondamentale fare sistema per capire il mondo che cambia e per agire di conseguenza.
Anche il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha sottolineato che è necessario fare sistema: infatti ha usato tre parole chiave come pilastri del suo quadriennio: unità, dialogo e identità.
Ma allora, le associazioni possono e devono recitare un ruolo ben preciso in tutto ciò e FEDERTEC rispecchia perfettamente i tre elementi citati. Siamo uniti perché abbiamo messo insieme, con grande lungimiranza e in tempi non sospetti, il mondo della trasmissione di potenza con quello della oleoidraulica, della pneumatica e della distribuzione, arrivando così a rappre-sentare l’intera filiera della componentistica italiana. Dialoghiamo sia al nostro interno che all’esterno grazie alle collabora-zioni concrete con altre associazioni, nell’ambito della costruzione di macchine e della manutenzione ed altre ce ne saranno nel prossimo futuro. E veniamo all’identità: intendiamo rappresentare e difendere i valori fondanti del nostro settore e della nostra filiera, prendendo slancio della nostra storia, ma proiettandoci verso il futuro, con coraggio e spirito imprendito-riale.
Abbiamo sicuramente bisogno in questo percorso di sostegno concreto dalle istituzioni, in particolar modo dalla nostra classe politica, sia italiana che europea, che, è bene ricordarlo, diventerà sempre più importante e non possiamo farne a meno.
A questo riguardo è assolutamente obbligatorio proseguire nel percorso di rafforzamento di FEDERTEC e dobbiamo essere tutti uniti e concentrati sul bene comune, lasciando da parte i vecchi interessi corporativi. Solo così potremo essere ascol-tati, solo così potremo praticare attività di lobbying, solo così potremo proporre con maggiore efficacia i servizi necessari ai soci, e tutto questo non ce lo si può più permettere se si è una piccola associazione con poche risorse.
Il senso del titolo di questa pagina è proprio questo: non c’è più tempo ed è bene che lo comprendiamo e che lo mettiamo in pratica!
Personalmente mi spenderò in ogni modo e in tutte le sedi per difendere i nostri interessi e promuovere il nostro settore. Ricordiamoci che abbiamo un dovere verso le future generazioni.

Buon futuro a tutti!