Pensare in grande, iniziare in piccolo
La parola agli utilizzatori. Nel corso di una giornata di approfondimento sul tema Industria 4.0, Bosch Rexroth ha presentato alcuni interessanti casi studio, in settori produttivi anche molto diversi tra loro, con l’obiettivo di mostrare quali possono essere i benefici concreti delle soluzioni di digitalizzazione. Pensate, in alcuni casi, per rendere più agevole l’attività dell’uomo.
di Fabrizio Dalle Nogare
Una giornata per parlare di Industria 4.0. Concretamente, come recitava lo slogan scelto. Bosch Rexroth ha organizzato un evento, lo scorso giugno a Milano, per raccontare la sua visione di fabbrica digitalizzata e, al tempo stesso, presentare alcuni casi applicativi di riorganizzazione della produzione in ottica di Industria 4.0 grazie all’utilizzo di soluzioni Bosch Rexroth.
“Nei prossimi decenni il lavoro quotidiano nel settore manifatturiero subirà una radicale trasformazione”, ha detto Gerhard Dambach, AD di Bosch Italia. “La collaborazione tra persone e macchine diventerà sempre più intensa. L’Industry 4.0 aiuta le aziende e i lavoratori rendendo il lavoro più semplice. Inoltre, con una struttura di produzione flessibile, le aziende possono reagire meglio alle effettive esigenze del mercato”.
Le offerte Industry 4.0 della multinazionale tedesca non comprendono soltanto le applicazioni software e i prodotti per la produzione e la logistica, ma anche servizi e consulenza. Inoltre, con la scuola di formazione TEC, Bosch mette a disposizione la propria esperienza tecnologica attraverso un’ampia gamma di corsi di alto profilo tecnico e innovativo dedicati all’Industry 4.0. TEC crede, infatti, nella formazione quale strumento concreto di crescita per un’azienda ed è nata per rispondere alle esigenze di formazione manageriale e tecnologica di collaboratori e clienti.
Il cambiamento va cercato nella riorganizzazione dei processi
La vera rivoluzione è utilizzare la tecnologia per ridisegnare i processi produttivi con l’obiettivo di guadagnare un vantaggio competitivo sul mercato. La possibilità di raccogliere ed elaborare dati macchina e di ridurre i tempi di decisione per produzioni più efficienti sono i veri obiettivi da perseguire. “Non esistono progetti di Industria 4.0 – si è spinto ad affermare Marino Crippa, Head of Digital Factory di Bosch Rexroth – quanto piuttosto progetti di business, efficientamento produttivo, manutenzione e così via. Più che nella tecnologia, il reale cambiamento va cercato nella riorganizzazione dei processi”. L’errore, insomma, sarebbe quello di riempirsi di investimenti tecnologici, anche grazie all’intervento dedicato del governo, senza partire dal modello di business, dal prodotto, dal processo.
Un approccio più che mai concreto, insomma, quello prospettato da Bosch Rexroth, che ha trovato conferme nei casi applicativi – in settori anche molto diversi tra loro – illustrati nel corso della giornata. Il più sorprendente, forse, è stato raccontato da Maurizio Bogoni, direttore delle Tenute Ruffino, prestigiosa azienda vinicola della zona del Chianti. “Quello dei vini è un mondo antico – ha detto Bogoni – che deve continuamente adattarsi a tante variabili difficili da controllare. Con sensori in grado di trasmettere informazioni a macchine moderne e ‘pensanti’, e grazie all’analisi dei dati, si può intervenire per migliorare la qualità della produzione e renderla più sostenibile. È quello che stiamo cercando di fare, con il supporto di Bosch”.
Un approccio evolutivo alla digitalizzazione di processo
Scelte intelligenti nell’ottica della digitalizzazione sono state fatte anche nel plant Bosch di Bari, lì dove è nato il sistema common rail che ha rivoluzionato i motori diesel e dove oggi si produce la pompa ad alta pressione, cuore del sistema stesso. “Il nostro approccio al 4.0 è stato incrementale, evolutivo – ha spiegato Fabio Giuliani, direttore logistica Tecnologie Diesel – e attraverso 4 passi fondamentali: aumentare l’intelligenza delle macchine, favorire un immediato trasferimento delle informazioni, intervenire sulla logistica e sul lavoro degli operatori, migliorare la sicurezza dei lavoratori. Risultato: la produttività è stata incrementata del 60%”.
In un settore totalmente diverso rispetto all’automotive opera Stefano Allegri, a capo del Panificio Cremona Italia, giovane azienda specializzata in prodotti da forno normali e “free-from”. “Industria 4.0 significa per noi poter contare su un sistema di comunicazione e monitoraggio che ci permetta di controllare la produzione – ha detto Allegri -. Gli investimenti che seguono questa strategia ci stanno facendo crescere del 20%”.
L’automazione al servizio dell’operatore
Estendere le funzionalità del processo di avvitatura attraverso i dati è l’esigenza che sta alla base di quella che potrebbe essere definita “avvitatura intelligente”, progetto avviato grazie alla collaborazione tra Bosch e Lamborghini. Umberto Tossini, direttore HR dell’azienda con sede a Sant’Agata Bolognese, ha parlato della ricerca di una comunicazione continua tra avvitatori e server, con circa 60.000 informazioni trasmesse per ogni vettura prodotta. Come si misura l’importanza della tracciabilità della produzione? “Zero difettosità, quindi auto richiamate dopo essere state immesse sul mercato, cambi formato efficienti, monitoraggio continuo della qualità, crescita delle competenze e del valore dell’operatore sono solo alcuni dei vantaggi garantiti”, ha sintetizzato Tossini.
Stefano Ronchi, Production Engineering Manager di RCF, ha raccontato il processo di digitalizzazione che sta promuovendo l’azienda per la quale lavora, specializzata nella produzione di altoparlanti. “Insieme a Bosch abbiamo studiato soluzioni di automazione che non sconvolgessero il processo ma introducessero elementi di flessibilità. L’automazione, insomma, deve essere al servizio dell’operatore, portando – per esempio – alla riduzione della componente manuale nella movimentazione dei carichi, all’eliminazione quasi totale del set-up dell’impianto e, naturalmente, al miglioramento dell’ergonomia. Per esempio, abbiamo introdotto sistemi robotizzati in grado di riconoscere l’altezza dell’operatore e adattarsi di conseguenza, rendendo più agevole il lavoro dell’uomo”.