Perchè investire in Turchia?
I dati macroeconomici evidenziano che la Turchia figura tra Paesi più “attraenti” per gli investitori stranieri. In possesso di tecnologie all’avanguardia in diversi ambiti, è inserita nella Top 10 dei Paesi per fare affari. Nel 2018 è stato varato un pacchetto di leggi che mira a semplificare le procedure di investimento, l’accesso ai finanziamenti e le procedure concorsuali.
di Silvia Crespi
La Turchia è una delle economie del G20 e, nel 2017, era al 13° posto nella classifica per valore di PIL (indice PPP, Purchasing Power Parity). Nel periodo 2003-2017 il PIL ha fatto registrare una crescita media annua del 5.7%; (2.6%. la crescita nel 2018). Sempre lo scorso anno gli investimenti esteri sono cresciuti del 14% rispetto all’anno precedente. Anche il rapporto saldo di bilancio/PIL, dopo la crisi del 2008, è tornato positivo. Mentre scriviamo la lira turca vale 0,16 euro. Questi dati mettono in luce la Turchia come un Paese dinamico e attraente per gli investitori. La popolazione, anch’essa in crescita, è decisamente giovane. La metà dei cittadini turchi ha meno di 31 anni; un altro dato “attraente” se paragonato agli indici della UE28 (42,9) e della Germania (45,9). Si prevede che, nel 2027, la popolazione (oggi di 80 milioni di abitanti) supererà i 90 milioni, raggiungendo così la vetta della classifica dei Paesi europei più popolati. Note molto positive anche sul versante istruzione. Sono 800.000 i nuovi laureati ogni anno e anche la disponibilità di tecnici qualificati e dirigenti è molto elevata. La struttura economica della popolazione riflette una decisa ascesa della classe media. I dati riferiti al 2016 evidenziano 5 milioni di persone ad alto reddito (>$55K), contro il milione del 2002. Decisa crescita anche per il numero di persone con reddito medio ($10K – $25K), salito a 40 milioni contro i 17.8 milioni del 2002. La Turchia è uno dei paesi che è riuscito maggiormente a ridurre la povertà ed è importante notare come stia progressivamente aumentando la consapevolezza della popolazione rispetto alle strategie di crescita del Paese, grazie anche al contributo offerto dalla diffusone crescente della lingua inglese.
Un mercato di grandi dimensioni, ancora in crescita In Turchia vi sono ben 20 città con oltre 1 milione di abitanti; con una popolazione 15 milioni di abitanti, Istanbul è la più grande città d’Europa.
Il Paese è in possesso di tecnologie all’avanguardia in diversi ambiti. Il settore aeronautico è sicuramente uno di questi: la Turchia è uno dei pochi Paesi al mondo in grado di progettare, sviluppare, assemblare, collaudare e supportare aerei ed elicotteri.
La Turchia vanta scambi commerciali con molte nazioni a livello globale, paesi del Golfo inclusi. La partnership con l’industria italiana è ormai una realtà consolidata. 1.435 aziende italiane hanno già investito un totale di 5 miliardi $ in settori di spicco, quali gli elettrodomestici, Indesit e Candy, le macchine agricole, CNH e SAME, l’agroalimentare, Ferrero e Barilla, l’automotive, FCA e Pirelli, le banche Unicredit e Intesa Sanpaolo.
L’anno scorso l’Italia ha rappresentato il 3° investitore in Turchia, con 507 milioni $ di investimenti in conto capitale, l’8% degli investimenti totali dall’estero che sono cresciuti del 14% rispetto al 2017.
Le esportazioni turche sono in crescita e hanno raggiunto, nel 2017, i 157 miliardi di $. La Germania, con una quota del 9,6% sul totale export, è il primo mercato di sbocco, seguita dal Regno Unito e gli Emirati Arabi Uniti. L’Italia è il 3° cliente dell’export turco, il 5° partner in assoluto con un interscambio di oltre 16 miliardi €, 8,5 miliardi di esportazioni dall’Italia e SACE prevede una crescita di altri 3 miliardi nel prossimo triennio.
Inoltre, grazie alla sua posizione privilegiata, la Turchia può essere considerata come un vero hub. In 4 ore si possono raggiungere 76 paesi.
Il nuovo aeroporto (Istanbul Great Airport), il più grande aeroporto del mondo, aggiungerà un notevole potenziale alla Turkish Airlines che già oggi collega 306 destinazioni passeggeri e 83 destinazioni cargo.
Un Paese dinamico e attraente per gli investitori
Secondo la World Bank, la Turchia figura nella Top 10 del Paesi per fare affari. Le ragioni sono molteplici: il costo orario del lavoro nel settore manifatturiero e la remunerazione di manager e tecnici qualificati.
Anche i costi industriali sono competitivi; ci riferiamo ai prezzi dell’elettricità e del gas, decisamente più concorrenziali nei confronti di tutti gli altri paesi europei.
A livello politico, poi, è stato portato avanti un percorso di riforme efficace. Nel 2018 il Governo ha varato un pacchetto di leggi che mira a semplificare le procedure di investimento: un sistema organico di riforme per migliorare l’ecosistema degli investimenti. Inoltre diversi brand internazionali hanno i loro centri di Ricerca & Sviluppo in Turchia. Val la pena sottolineare che la Turchia è il maggior produttore europeo di elettrodomestici, ma il paese è ai vertici della produzione industriale mondiale anche in altri campi. L’indice CAGR (Compound Annual Growth Rate), cioè il tasso annuo di crescita composto, ovvero il tasso di crescita di un certo valore in un dato arco di tempo, fornisce i seguenti valori medi degli ultimi dieci anni: 12.9% per l’agricoltura; 10.2 per le costruzioni; 7.6% per il comparto food & beverage e 6.9% per metalli e non metalli. La Turchia è il secondo produttore europeo di plastica; uno dei principali mercati europei per le fibre tessili; il nono produttore mondiale di acciaio e il settimo di macchine agricole; il food & beverage, con (70 miliardi di $) è il principale settore dell’economia turca. Ha ormai superato 1.700.000 autoveicoli prodotti all’anno, il 78% dei quali viene esportato. Infine, il settore costruzioni è in costante crescita, grazie alle oltre 750.000 unità abitative costruite ogni anno.
Focus sui comparti industriali di maggior rilievo
La Turchia è particolarmente forte nel campo delle lavorazioni meccaniche grazie alla spinta di settori chiave per l’economia turca quali l’automotive, gli elettrodomestici, l’aerospaziale e l’health care. Vi è una forte presenza di macchine laser, macchine di forgiatura e presse, l’80% delle quali viene esportato.
Il valore dell’export ($650M) è rimasto stabile negli ultimi dieci anni, con una forte diversificazione territoriale (USA, Canada, Messico, Brasile e India).
In Turchia viene prodotto il 30% delle macchine agricole europee, e il 75% della domanda è soddisfatta da player locali. Il 70% dell’import è costituito da trattori e macchinari “premium”.
Il Paese è il terzo mercato al mondo (dopo Cina e india) per le costruzioni ed è al 9° posto in Europa per base produttiva, con 240.000 addetti. È presente un Mix di gruppi nazionali e internazionali (40% produzione locale, 60% import).
La forte domanda interna è spinta dalle infrastrutture pubbliche e dalle opere di urbanizzazione. L’accesso ai mercati internazionali è agevolato dalle aziende turche: 46 di esse sono inserite nella lista “ENR” dei 250 migliori contractor mondiali).
Una forte base industriale è presente anche nel campo delle pompe e compressori, grazie al forte mercato locale. Molte delle aziende sono PMI con potenziale di crescita (oltre 9.000 dipendenti in 500 aziende).