Primo semestre in crescita per il mercato italiano delle macchine agricole
Il mercato italiano delle macchine agricole ha chiuso il primo semestre 2017 in crescita e rivolge un’attenzione crescente verso i mercati asiatici emergenti come l’Indonesia, il Vietnam e la Corea del Sud. In termini tecnologici l’agricoltura di precisione può svolgere un ruolo chiave non soltanto per incrementare le rese produttive, ma per ottimizzare l’utilizzo delle risorse. E ciò vale non solo per le grandi, ma anche per le piccole aziende agricole.
di Silvia Crespi
Primo semestre dell’anno in positivo per il mercato italiano delle macchine agricole. Secondo i dati elaborati da FederUnacoma, sulle base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, al “giro di boa” di metà anno le vendite di trattrici, e di tutte le altre tipologie di macchine soggette a immatricolazione, risultano in crescita netta rispetto allo stesso periodo 2016.
La messa a punto dei bandi regionali per l’assegnazione dei fondi comunitari relativi ai Piani di Sviluppo Rurale (PSR) ha incentivato gli acquisti da parte degli agricoltori, e l’attivazione delle procedure per i fondi INAIL può ulteriormente contribuire a questa fase positiva del mercato.
Al di là del dato medio nazionale, si evidenziano andamenti differenziati da regione a regione, con picchi di vendite per Veneto, Lazio, Campania e Toscana. Da segnalare, inoltre, la buona performance della Puglia.
Tra le priorità indicate del neo-Presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti, vi è lo sviluppo sui mercati asiatici, in particolare per quanto riguarda alcuni Paesi del Far East che hanno un potenziale demografico ed economico molto elevato e che richiedono tecnologie per migliorare la produttività dell’agricoltura.
Da notare che la sola Asia possiede il 35% dei territori agricoli presenti nel mondo (una percentuale enorme se si pensa che il Nordamerica copre il 10% del totale della superficie agricola e l’Europa appena il 4%). La federazione italiana dei costruttori FederUnacoma, si rivolgerà con particolare attenzione a mercati emergenti come l’Indonesia, il Vietnam e la Corea del Sud. “La sola Indonesia conta una popolazione di oltre 260 milioni di persone – ha affermato Malavolti – e si prevede che nel 2020 potrà imporsi come la settima potenza economica del mondo. Questi Paesi, oltre a Giappone, Cina e India, sono tra le priorità indicate dallo stesso Ministero degli Affari Esteri e dall’Agenzia ICE, che nel corso dell’anno hanno pianificato in questi Paesi attività di promozione delle relazioni politiche ed economiche, creando le condizioni per lo sviluppo del business in vari settori tra i quali, appunto, quello della meccanica agricola”.
Agricoltura di precisione e agricoltura “4.0”: le nuove frontiere
Per far fronte al forte incremento demografico atteso nei prossimi trent’anni (entro il 2050 il settore primario dovrà, infatti, soddisfare le esigenze alimentari di oltre 10 miliardi di persone), la produzione agricola dovrà aumentare del 70%. In questo scenario l’agricoltura di precisione può svolgere un ruolo chiave non soltanto per incrementare le rese produttive, ma per ottimizzare l’utilizzo delle risorse. L’agricoltura di precisione va in questa direzione perché consente di ottenere lo stesso livello produttivo con pratiche ecocompatibili e a basso impatto ambientale. In sostanza si tratta di una strategia gestionale che si avvale di moderne strumentazioni ed è mirata all’esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo. Si tratta di una grande trasformazione, anche culturale, che interessa non solo le grandi, ma anche le piccole aziende agricole. Ma il presupposto è potenziare la dotazione infrastrutturale delle aree rurali e soddisfare una forte domanda di formazione.
L’agricoltura di precisione è una componente dell’agricoltura 4.0, che ha nell’automazione, nel ‘cloud computing’ e nelle reti i suoi caposaldi. Oggi le macchine agricole sono governate da sistemi satellitari, informatici e sensoristici, che forniscono dati integrabili con le informazioni ricavate dall’impiego di droni specializzati. Si può ipotizzare che, nel prossimo futuro, il trattore diventerà un vero centro di calcolo.
Dati relativi all’umidità del terreno, alla crescita delle piante o alla distribuzione delle sostanze nutritive saranno processati e rielaborati dalla trattrice, con l’obiettivo di programmare interventi on demand. L’agricoltura del prossimo futuro, l’agricoltura 4.0, sarà dunque sempre più “verde” perché le lavorazioni saranno mirate.
“Con l’ausilio delle ‘macchine intelligenti’ – ha affermato Malavolti – sarà più facile realizzare un’agricoltura di qualità. Vengono infatti ridotti, se non eliminati, i margini di errore, fino alla loro totale eliminazione, che un operatore può commettere nella guida di una macchina agricola e nell’esecuzione di operazioni colturali e ciò rappresenta un progresso eccezionale”.