Quanto tempo abbiamo?
Qualche anno fa, nel 2013 per la precisione, ho seguito un intervento di Sergio Marchionne all’Università Bocconi di Milano nel quale il manager ripeteva concetti come “sfide globali dell’industria italiana” e “il mondo sta diventando sempre più piccolo”. Uno studente ha chiesto a Marchionne: “Quali logiche devono guidare i nostri imprenditori per avere successo sui mercati internazionali?” e “quanto tempo abbiamo?”. Su quest’ultimo quesito, il manager ha risposto categoricamente: “zero”.
Recenti studi affermano che entro il 2030 saranno i paesi emergenti a dominare il mercato mondiale: India, Brasile ma anche Iran, Indonesia e altri paesi dell’Africa Sub-Sahariana e del Sud America ricopriranno un ruolo sempre più importante. A tutto questo si aggiunge il fatto che la stagnazione del mercato domestico sta costringendo la maggior parte delle medie imprese italiane a ripensare il proprio modo di fare business e a trovare nuovi strumenti che permettano di crescere.
Ma in un tessuto produttivo come quello italiano, costituito per oltre il 70% da medie, piccole e micro imprese, come può un’azienda come la OTI, che rappresento, essere più presente e più competitiva sui mercati internazionali?
Ci sono alcuni temi dai quali non possiamo prescindere: in primo luogo innovare tecnologicamente i processi produttivi perché il futuro sarà sempre più 4.0; in secondo luogo non dimenticare mai l’importanza del capitale umano che ogni azienda detiene; le persone vanno formate e valorizzate, perché rappresentano il cuore di ogni realtà produttiva; in terzo luogo creare aggregazione perché la piccola dimensione delle imprese italiane è uno dei motivi alla base della scarsa possibilità di competere con successo sui mercati globali. È in questo contesto che la OTI, nel 2017, ha deciso di creare, con altre tre aziende del settore, una rete di imprese. Ero e sono tuttora convinto che fare massa critica sia l’unico modo che abbiamo per accrescere la nostra competitività e la nostra credibilità nei confronti di aziende che operano in tutto il mondo. Sempre per gli stessi motivi, qualche anno fa, OTI ha deciso di aderire ad ASSIOT. L’associazione offre la possibilità di fare networking e di avviare scambi di conoscenze con aziende di ogni dimensione. Questa è un’opportunità che, secondo me, deve essere colta al volo, e auspico che in futuro molte aziende “piccole” come la mia decidano di iscriversi.
La recente fusione di ASSOFLUID ed ASSIOT in FEDERTEC rappresenta inoltre un valore aggiunto; nasce infatti una nuova associazione, più grande, multisettoriale e che annovera tra le proprie fila aziende leader.
Tornando alla domanda racchiusa nel titolo, credo di non avere una risposta, ma so per certo che “insieme” il tempo che abbiamo lo potremo sfruttare sicuramente meglio.
Lascio la parola a Maurizio Macca, Direttore Generale della società Ingranaggi Moreali Mario.
Recenti studi affermano che entro il 2030 saranno i paesi emergenti a dominare il mercato mondiale: India, Brasile ma anche Iran, Indonesia e altri paesi dell’Africa Sub-Sahariana e del Sud America ricopriranno un ruolo sempre più importante. A tutto questo si aggiunge il fatto che la stagnazione del mercato domestico sta costringendo la maggior parte delle medie imprese italiane a ripensare il proprio modo di fare business e a trovare nuovi strumenti che permettano di crescere.
Ma in un tessuto produttivo come quello italiano, costituito per oltre il 70% da medie, piccole e micro imprese, come può un’azienda come la OTI, che rappresento, essere più presente e più competitiva sui mercati internazionali?
Ci sono alcuni temi dai quali non possiamo prescindere: in primo luogo innovare tecnologicamente i processi produttivi perché il futuro sarà sempre più 4.0; in secondo luogo non dimenticare mai l’importanza del capitale umano che ogni azienda detiene; le persone vanno formate e valorizzate, perché rappresentano il cuore di ogni realtà produttiva; in terzo luogo creare aggregazione perché la piccola dimensione delle imprese italiane è uno dei motivi alla base della scarsa possibilità di competere con successo sui mercati globali. È in questo contesto che la OTI, nel 2017, ha deciso di creare, con altre tre aziende del settore, una rete di imprese. Ero e sono tuttora convinto che fare massa critica sia l’unico modo che abbiamo per accrescere la nostra competitività e la nostra credibilità nei confronti di aziende che operano in tutto il mondo. Sempre per gli stessi motivi, qualche anno fa, OTI ha deciso di aderire ad ASSIOT. L’associazione offre la possibilità di fare networking e di avviare scambi di conoscenze con aziende di ogni dimensione. Questa è un’opportunità che, secondo me, deve essere colta al volo, e auspico che in futuro molte aziende “piccole” come la mia decidano di iscriversi.
La recente fusione di ASSOFLUID ed ASSIOT in FEDERTEC rappresenta inoltre un valore aggiunto; nasce infatti una nuova associazione, più grande, multisettoriale e che annovera tra le proprie fila aziende leader.
Tornando alla domanda racchiusa nel titolo, credo di non avere una risposta, ma so per certo che “insieme” il tempo che abbiamo lo potremo sfruttare sicuramente meglio.
Lascio la parola a Maurizio Macca, Direttore Generale della società Ingranaggi Moreali Mario.