Qui ed ora

In questo periodo dell’anno dobbiamo tutti fare il bilancio delle attività in corso per formulare le previsioni per il prossimo anno. Questo mi porta a fare delle riflessioni che accostano il contesto globale con la realtà delle aziende in cui operiamo, e quindi dell’Associazione a cui esse appartengono.
Mai come nell’ultimo periodo tutti noi abbiamo avuto una percezione di insicurezza e precarietà. Stiamo attraversando un’epoca di transizione con molteplici rischi: gli equilibri in essere stanno rapidamente cambiando. Dopo decenni in cui l’agenda delle priorità è stata dettata dall’economia, negli ultimi tempi la geopolitica sembra essere ritornata l’attore principale dei nostri destini.
Il mondo tende sempre più ad essere polarizzato in due blocchi politici, finanziari ed industriali. In questo scenario l’Europa corre il rischio concreto di diventare irrilevante, tanto più gli stati che la compongono.
Per evitare questa evenienza l’Europa deve intraprendere azioni adeguate a preservare la sua competitività a tutti i livelli. Su questo tema cruciale per tutti noi, il Rapporto Draghi sulla Competitività Europea afferma alcuni concetti chiari ma scomodi.
L’industria europea ha perso in molti campi gran parte della sua competitività a livello globale. Questo è stato a causato di una serie di fattori, riassumo solo quelli a mio parere più rilevanti:
•Eccesso di norme e vincoli imposti alle aziende dall’Unione Europea e dai singoli stati, spesso in maniera non coordinata. Stiamo ora iniziando a scontare un approccio ideologico, autoreferenziale ed avulso dalla realtà tecnologica di ciò che si vuole normare. L’esemplificazione di tutto ciò è quello che sta avvenendo all’industria automobilistica europea.
•Scarsa produttività: d’ora in avanti la risposta non potrà più essere l’incremento delle ore di lavoro, ma una maggiore produttività oraria, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
•Le industrie europee sono forti nelle tecnologie mature. Vi stata una carenza o addirittura assenza, di investimenti nelle nuove tecnologie come l’AI. Questo sia per una miopia verso queste tecnologie, che per la mancanza di coordinamento a livello europeo. La mancanza di aggregazione e coordinamento infatti non genera la massa critica indispensabile per incidere efficacemente in questi ambiti. Le nuove tecnologie peraltro sono, e sempre più saranno, i veri game changer per la competitività a livello globale.
•Dipendenza da fonti energetiche esterne all’Europa.
•Dipendenza da altri (Stati Uniti) per la nostra sicurezza.
Tutto ciò attiene alla diagnosi di quanto è successo: ora è indispensabile agire utilizzando le competenze e le risorse disponibili per invertire la rotta finché siamo ancora in tempo. È evidente che su molti di questi aspetti le Associazioni non sono in grado di incidere.
Su alcuni temi, invece, è doveroso farlo sia a livello nazionale che a livello europeo, pena la stessa sopravvivenza delle nostre aziende nel medio termine. La mia riflessione mi porta a individuare alcune priorità:
•Rappresentanza delle istanze della nostra filiera produttiva. L’eccesso di norme e vincoli che creano un contesto che squilibra la competizione rispetto ad aziende basate in altre aree del mondo. Le norme vanno scritte coinvolgendo gli addetti ai lavori che hanno le competenze tecniche per spiegare ai decisori politici le conseguenze di alcune scelte.
•Disponibilità di finanziamenti agevolati per l’introduzione di nuove tecnologie. Le nostre aziende non possono permettersi di rimanere indietro rispetto ai concorrenti globali nella produttività e quindi nella creazione del valore necessario alla continuità delle aziende stesse.
Per fare tutto ciò bisogna che l’Associazione acquisisca il peso politico-economico per essere percepita come un autorevole interlocutore, in primis dalle istituzioni nazionali, poi da quelle europee.
Il momento delle divisioni o dei campanilismi è passato, non per astratti aspetti etici ma per necessità. Dobbiamo attingere al patrimonio di intraprendenza e competenze che hanno portato le aziende di FEDERTEC ad eccellere a livello globale, per sostenere le nostre istanze in maniera efficace e coordinata. Il tutto cercando, dove possibile, accordi con altre Associazioni sia nazionali che internazionali.
Già in questo modo la sfida sarà ardua, ma alla nostra portata: solo uniti si vince.