Riflettori sull’industria automobilistica
Secondo i dati comunicati da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), nel primo quadrimestre 2024 le immatricolazioni di autovetture nel nostro Paese sono cresciute del 6,1%. Vengono qui analizzati non solo i ‘numeri’ ma anche le tendenze dei consumatori verso i diversi tipi di alimentazione per ipotizzare quale sarà lo scenario futuro dell’auto. Viene inoltre offerto un breve outlook sull’andamento del mercato europeo.
a cura della redazione (fonte ANFIA)
Secondo l’ultimo rapporto ANFIA (Aprile 2024) sull’andamento del mercato italiano delle autovetture, il numero di immatricolazioni nel mese di Aprile è aumentato del 7,5% in rapporto allo stesso mese del 2023. Il primo quadrimestre dell’anno ha fatto registrare un aumento del 6.1% rispetto al primo quadrimestre 2023.
In termini di alimentazione (mentre scriviamo i dati sono ancora provvisori), sempre nel primo quadrimestre, le immatricolazioni di autovetture a benzina sono aumentate del 18,6% (31,1% di quota), mentre continua il calo delle auto diesel (-18,3% e 14,9 % di quota nel periodo).
Le auto ad alimentazione alternativa nel primo quadrimestre 2024 crescono dell’8,4%, raggiungendo una quota del 54%. Tra queste, le autovetture elettrificate crescono dell’8% nei primi quattro mesi. Entrando maggiormente nel dettaglio, le ibride non ricaricabili crescono del 14,9%, con una quota del 38,5%, mentre le immatricolazioni di autovetture ricaricabili (BEV e PHEV) nel quadrimestre calano del 21,9% e hanno una quota del 6% (in calo di 2,2 punti percentuali rispetto al cumulato del 2023).
Infine, le autovetture alimentate a metano crescono del 28,4% e le Gpl del 10,4%; insieme, nel quadrimestre, le due alimentazioni costituiscono il 9,5% del mercato (di cui solo lo 0,2% è metano).
“Ad aprile 2024, il mercato auto italiano torna ad avere il segno positivo dopo la frenata di marzo (3,7%), con un rialzo del 7,5%, complici due giorni lavorativi in più rispetto ad aprile 2023 (20 giorni contro 18) – ha affermato afferma Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – ma rimane da colmare un forte divario rispetto ai volumi pre-pandemia (-22,4% rispetto ad aprile 2019). I tassi di interesse ancora elevati e l’incertezza economica delle famiglie in generale non aiutano a raggiungere un livello di immatricolazioni che consenta di traguardare gli obiettivi ambientali europei. Inoltre, il grave ritardo nell’implementazione della norma sui nuovi incentivi si aggiunge ai fattori che disegnano un quadro non positivo per il settore. L’offerta di modelli a bassa e nulla emissione locale aumenta la possibilità di scelta degli acquirenti, ma questo sembra non essere sufficiente per riportare il mercato a livelli necessari per un efficace rinnovo del parco circolante italiano, tra i più vecchi e inquinanti d’Europa”.
Uno sguardo al mercato dell’auto europeo
Nel primo quadrimestre 2024 le immatricolazioni sono in aumento del 6.5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Secondo i dati diffusi il 22 maggio scorso da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito, ad aprile le immatricolazioni di auto hanno raggiunto le 1.080.913 unità, il 12% in più rispetto ad aprile 2023.
Nei primi quattro mesi del 2024, i volumi immatricolati raggiungono 4.476.369 unità, con una variazione positiva del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tutti e cinque i major market (incluso UK) hanno fatto registrare performance positive: crescono a doppia cifra Spagna (+23,1%), Germania (+19,8%) e Francia (+10,9%), seguite da Italia (+7,7%) e Regno Unito, con un rialzo più contenuto (+1%).
“I prossimi cinque anni – ha affermato Vavassori – ovvero la durata del mandato del futuro Parlamento Europeo – saranno cruciali per l’industria automotive in termini di posizionamento competitivo rispetto alle sfide della transizione green e digitale già in atto. La riconversione produttiva, gli investimenti in innovazione, in ricerca e sviluppo e in formazione e riqualificazione degli addetti devono porsi al centro di una strategia e di un piano di politica industriale per il futuro delle nostre imprese”.
Digitalizzazione, Safe e Smart Mobility: le sfide del settore automotive
La filiera automotive rientra appieno nei canoni di Industria 4.0 e 5.0 in ottica di digitalizzazione, automatizzazione e sostenibilità dei processi produttivi, che le imprese sono chiamate a migliorare ed efficientare. Nel settore automotive, tuttavia, la digitalizzazione non investe soltanto i processi produttivi, ma anche i prodotti, con veicoli sempre più connessi e, a tendere, driverless. Questo ha implicazioni dirette sulla sicurezza dei veicoli, per esempio rispetto al tema dell’accesso ai dati, e quindi della cybersecurity, e rispetto all’evoluzione dei sistemi ADAS.
Il sostegno alla digitalizzazione delle imprese e allo sviluppo delle tecnologie di guida autonoma e connessa rientra appieno nella mission di ANFIA.
Il settore automotive richiede nuove competenze e professionalità
Un contributo interessante sul settore è offerto anche dal report Automotive Global HR Trends – realizzato da Gi Group Holding in collaborazione con Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano e con ANFIA. Sulla base di un campione di indagine che ha coinvolto 11 Paesi e oltre 6.500 decision maker, il rapporto offre una panoramica di come il settore automotive, spinto dalle tecnologie emergenti, dai cambiamenti delle preferenze dei consumatori e dalle nuove sfide logistiche, sta cambiando, degli impatti sulla funzione HR e sulle competenze degli operatori del settore, e dei nuovi percorsi che lo guidano verso un futuro di inclusività e innovazione.
Una delle sfide che il settore automotive sta affrontando in questo momento riguarda proprio la domanda di nuove competenze e professionalità, legate, soprattutto, alle tecnologie dell’elettrico e dell’idrogeno, al paradigma della mobilità come servizio, alla digitalizzazione dei processi produttivi, al veicolo connesso e a guida autonoma.
Anche gli obiettivi di sviluppo sostenibile in ambito Environment, Social e Governance (ESG) guadagnano posizioni nella scala di priorità delle imprese, incidendo concretamente sulla percezione aziendale da parte del mercato e toccando anche le capacità del management.