Segnali di crescita dalle macchine per la lavorazione del legno
Che momento vive il settore delle macchine e degli accessori per la lavorazione del legno? A giudicare dai risultati che emergono dall’indagine congiunturale relativa al quarto trimestre 2017, elaborata dall’Ufficio studi di Acimall, è un momento decisamente positivo, per quanto riguarda sia le esportazioni che la ripresa del mercato interno. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2017 il valore della produzione ha raggiunto i 2,29 miliardi di euro, +11,6% su base annua.
di Leonardo Albino
Il barometro per le macchine e gli impianti per la lavorazione del legno e l’industria del mobile continua a segnare bel tempo. È questo il trend che emerge chiaramente dal pre-consuntivo elaborato dall’Ufficio studi di Acimall, l’associazione confindustriale che rappresenta le imprese del settore delle macchine e accessori per la lavorazione del legno. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2017 si è raggiunto un valore della produzione pari a 2,29 miliardi di euro, l’11,6% in più rispetto all’anno precedente. Ottimo l’andamento delle esportazioni, che si sono attestate a 1,6 miliardi di euro, il 7,1% in più rispetto al 2016. Nella “top ten” dei migliori paesi di destinazione figurano al primo posto gli Stati Uniti, che hanno acquistato tecnologie italiane per il legno per un valore pari a 165,5 milioni di euro, seguiti dalla Germania (105,8 milioni), dalla Polonia (102,4 milioni) e dalla Francia (92,5 milioni). In aumento anche il valore delle importazioni (199 milioni di euro, più 10% rispetto all’anno precedente). Anche il mercato interno prosegue sulla strada della crescita, forte dei provvedimenti di sostegno all’investimento varati negli ultimi anni dal Governo italiano, con chiare previsioni di ulteriori progressi nel breve e medio periodo: nel 2016 i “consumatori” italiani di macchine per il legno hanno investito 743 milioni di euro, diventati 894 (140 milioni in più) nel 2017. Tutto sembra indicare che il 2018 possa vedere un mercato interno vicino al miliardo di euro: sarebbe un nuovo record dopo i 900 milioni del 2001.
Cresce la domanda trainata dalla ripresa del mercato interno
Un futuro roseo a favore del quale depongono anche i dati emersi dalla tradizionale indagine congiunturale elaborata dall’Ufficio studi Acimall: il quarto trimestre 2017 si è chiuso con una crescita degli ordini del 36,8% rispetto all’analogo trimestre 2016 (era il 42,9% nel periodo luglio-agosto, sempre confrontando il trimestre con lo stesso periodo dell’anno precedente). Un dato che è la sintesi dei risultati conseguiti dalle commesse in arrivo dall’estero, cresciute del 35,2% (il 51,5 nel trimestre precedente) e dell’ottimo andamento della domanda italiana, che si attesa a quota più 49,5% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2016 (era il 19,7 nel secondo trimestre).
“È indubbio che gli utilizzatori italiani siano oramai nel pieno di un clima di maggior fiducia e che questo, unitamente agli interventi di sostegno statali, stia generando una robusta domanda, superiore anche alle più rosee aspettative”, ha commentato Dario Corbetta, direttore di Acimall. “Risultati che non sono solo motivo di ovvia soddisfazione per i costruttori di tecnologie, ma che preludono a una crescita di competitività dell’intero sistema: il settore del legno e dell’arredo negli scorsi anni ha dovuto affrontare una stagione estremamente complessa, riducendo al minimo ogni investimento. Dotarsi oggi di tecnologie più innovative e aggiornate significa poter disporre di strumenti più efficaci e performanti, produrre di più e meglio in piena ottica Industria 4.0, sfruttando l’interconnessione fra tecnologia e sistemi di gestione aziendale per recuperare competitività e anche capacità propositiva in termini di prodotto”.
Diffuso clima di fiducia per il prossimo futuro
Dall’indagine dell’associazione confindustriale dei costruttori di macchine per il legno e i suoi derivati emergono altri dati interessanti. Primo fra tutti, un carnet ordini che sale a 3,6 mesi (erano 3,4 nel trimestre precedente), un dato che permette subito di comprendere quali effetti avrà l’andamento dell’ultimo trimestre 2017 sulle previsioni per l’anno appena iniziato. I prezzi dal 1° gennaio mostrano una sostanziale stabilità, attestandosi al più 1,1%, lo stesso dato del periodo luglio-settembre. Un altro dato interessante riguarda l’opinione degli intervistati in merito al trend della produzione, valutata in crescita dal 50%, stabile per l’altro 50%. Occupazione stabile, infine, per il 72% del campione, in crescita per il 28%. E per il futuro? Il 72% del campione ritiene che nel breve periodo gli ordini dall’estero aumenteranno ulteriormente, mentre per il 28% non ci saranno variazioni di rilievo (saldo +72, contro il +32 del trimestre precedente). Per quanto riguarda il mercato interno, il 39% del campione crede in un trend positivo; per il 56% si dovrà parlare di stabilità mentre il 5% si attende un calo (saldo pari a 34, era pari a 5 tre mesi prima).