Sorride (ancora) l’automazione industriale in Italia
Nel corso del convegno inaugurale di SPS Italia, dal titolo “Il futuro dell’industria? Qui e ora. Tecnologie e competenze per la manifattura italiana”, il presidente di ANIE Automazione, Fabrizio Scovenna, ha diffuso i dati relativi al settore dell’automazione industriale in Italia. A fronte di una crescita media complessiva dei principali segmenti merceologici pari all’8,4% – un risultato più che soddisfacente considerato anche l’andamento dell’industria manifatturiera – a causa della mutata situazione globale e dell’economia italiana il futuro appare più incerto.
di Fabrizio Dalle Nogare
L’industria manifatturiera italiana cresce poco; il comparto dell’automazione industriale continua a crescere a ritmo sostenuto, pur iniziando a risentire delle incertezze che caratterizzano il quadro macroeconomico ormai da alcuni mesi. In estrema sintesi, è questa la fotografia che emerge dalle cifre ufficiali che sono state diffuse nel contesto di SPS Italia, la fiera di riferimento per l’automazione industriale in Italia che ha, peraltro, confermato la vivacità del settore. Ma vediamo più in dettaglio quali sono i numeri di cui ha parlato Fabrizio Scovenna, presidente di ANIE Automazione, al convegno intitolato “Il futuro dell’industria? Qui e ora. Tecnologie e competenze per la manifattura italiana” a SPS. I dati contenuti nell’Osservatorio dell’Industria Italiana dell’Automazione (ne parliamo più avanti, nelle pagine a cura di ANIE) dicono che anche il 2018 ha confermato il trend di crescita che ha caratterizzato l’evoluzione del comparto nell’ultimo quinquennio e hanno evidenziato un profilo più dinamico rispetto alla media del manifatturiero. Fra il 2013 e il 2018, infatti, l’automazione industriale manifatturiera e di processo ha mostrato un incremento medio annuo del fatturato totale del 7% contro poco meno del 2% registrato dal manifatturiero nel suo complesso. I principali segmenti merceologici dell’industria italiana dell’automazione hanno evidenziato, nel 2018, un andamento positivo, con una crescita media complessiva pari all’8,4%, dovuta anche alle misure contenute nel Piano Industria 4.0.
Aumentano le esportazioni
Più in generale, l’industria italiana dell’automazione manifatturiera e di processo ha chiuso il 2018 con un fatturato complessivo di 5,1 miliardi di euro e un incremento del 7,3% rispetto all’anno precedente.
Confermato l’andamento dinamico del comparto anche nei mercati esteri: le esportazioni dirette, nel periodo 2013-2018, hanno registrato un tasso di crescita medio annuo pari al 4%. Nel 2018 le vendite estere dirette di tecnologie per l’automazione industriale hanno sperimentato un incremento su base annua del 4,2%. Nonostante uno scenario a minore potenziale, le imprese hanno saputo, dunque, cogliere opportunità di crescita in mercati diversificati.
Principali mercati di destinazione delle tecnologie italiane per l’automazione industriale in area europea si confermano Germania, Francia e Spagna, con una quota vicina al 30% sul totale esportato. Guardando all’area extra europea, l’export di comparto ha registrato un incremento del 3,9%. Fra le aree geografiche che hanno espresso un maggiore incremento della domanda si annoverano Nord America e Asia Orientale.
Un comparto vitale e centrale
“Il 2018 si è chiuso con un incremento medio dell’8,4% del fatturato Italia delle aziende associate in relazione alle tecnologie e alle applicazioni che ANIE Automazione rappresenta”, ha scritto il presidente Scovenna nell’introduzione all’Osservatorio.
“È continuato l’influsso positivo degli incentivi alla digitalizzazione, iniziati con il Piano Industria 4.0 divenuto poi Impresa 4.0, ma si è evidenziato un rallentamento della seconda parte dell’anno, più accentuato nell’ultimo trimestre, a causa del clima di incertezza, nazionale e globale, che ha limato di qualche punto percentuale la crescita. Il comparto si dimostra quindi pieno di vitalità ed è, a pieno titolo, tra i più importanti nello scenario economico nazionale”.
Il rallentamento dell’economia italiana
Il clima di incertezza che ha caratterizzato l’ultima parte dell’anno scorso non sembra essersi attenuato nemmeno nel 2019. Com’è ormai noto, segnali di rallentamento sono presenti anche nell’area europea, che rappresenta un importante mercato di riferimento per le imprese italiane. Nelle più recenti previsioni pubblicate dalla Commissione europea, in corso d’anno l’economia dell’Unione evidenzierà un tasso di crescita positivo ma più debole dell’anno precedente (+1,5% la crescita prevista nel 2019). Nelle attese, l’economia italiana mostrerà un andamento meno dinamico della media europea, evidenziando un incremento annuo del PIL inferiore al punto percentuale. Lo scenario previsionale ingloba, quindi, i rischi legati all’indebolimento delle principali componenti della domanda interna.
Guardando al manifatturiero italiano, il clima di fiducia degli operatori evidenzia un crescente pessimismo, in linea con il deterioramento del quadro congiunturale emerso negli ultimi mesi. Un elemento di forte criticità è rappresentato da una brusca frenata degli investimenti che potrebbe fortemente limitare il potenziale di crescita dell’industria italiana nell’anno in corso. A preoccupare, in particolare, è il ridimensionamento degli investimenti a maggiore contenuto tecnologico, che nel biennio precedente avevano offerto un contributo centrale alla ripresa. Gli investimenti industriali costituiscono, infatti, un essenziale motore di crescita per l’economia italiana, che vede tradizionalmente una elevata specializzazione nel settore manifatturiero.
Cosa succede se calano gli investimenti
Segnali del genere, peraltro, si erano visti anche nel 2018, quando l’economia italiana ha mantenuto un andamento di segno positivo, ma meno dinamico delle tendenze registrate nel biennio precedente e con segnali di frenata concentrati a fine anno.
Come scritto nell’Osservatorio diffuso da ANIE Automazione, “la domanda estera ha risentito del rallentamento degli scambi globali e di un profilo macroeconomico più incerto nei principali mercati di riferimento. Guardando alla domanda interna, gli investimenti totali hanno continuato a fornire un contributo importante alla crescita dell’economia italiana, almeno fino alla prima parte dell’anno. Nella seconda parte del 2018 si è assistito a un ridimensionamento del ritmo di crescita degli investimenti, in conseguenza di uno scenario caratterizzato da una maggiore incertezza. Queste tendenze hanno interessato anche la componente relativa ai Macchinari e Attrezzature, che nel 2017 aveva svolto un ruolo da protagonista per la ripresa dell’economia italiana”.
“Un contesto macroeconomico meno favorevole si è riflesso sull’andamento dell’industria manifatturiera, che ha mostrato in chiusura d’anno un indebolimento dei livelli di attività e tendenze più diversificate a livello settoriale rispetto al recente passato.
Fra i settori più dinamici si conferma l’industria farmaceutica, in un quadro di riposizionamento nelle catene di fornitura globali. L’industria meccanica ha mantenuto un andamento positivo, pur con segnali di rallentamento nella seconda parte dell’anno in conseguenza del profilo più debole degli investimenti. Indicazioni contrastanti hanno caratterizzato il settore automotive, risentendo fra l’altro della flessione delle immatricolazioni nel mercato domestico”.