UCIMU: è ancora crescita, ma occorre sostenerla

UCIMU: è ancora crescita, ma occorre sostenerla

Dopo il consuntivo positivo del 2023, nel primo semestre 2024 l’industria italiana della macchina utensile è in leggero calo a causa della riduzione della domanda interna, ma si manterrà comunque su livelli mediamente alti. Questi i dati emersi dall’Assemblea dei soci UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE dello scorso luglio, nel corso della quale sono stati eletti anche il nuovo Presidente e il nuovo Consiglio Direttivo per il biennio 2024-2025.

L’Assemblea dei soci UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE di luglio ha confermato l’andamento positivo dell’industria italiana della macchina utensile nel 2023. Tuttavia, il nuovo record di produzione è stato determinato esclusivamente dall’ottimo andamento delle esportazioni, mentre la domanda interna ha fatto registrare un calo. L’industria italiana di settore si è confermata, ancora una volta, tra i principali protagonisti dello scenario internazionale dove è risultata quinta nella classifica mondiale di produzione e quarta in quella di export e consumo.

Leggero calo nel primo semestre dell’anno

Le previsioni per il 2024 sono di calo moderato della produzione: al trend positivo dell’export si contrappone la riduzione delle consegne sul mercato interno che risentono della debolezza della domanda domestica. Il rallentamento della raccolta ordini nella prima parte dell’anno è frutto dell’incertezza del contesto sia in Italia che all’estero. Malgrado il rallentamento l’andamento si manterrà comunque su livelli mediamente alti. Al calo registrato da tutti i principali indicatori economici si contrapporrà infatti la crescita dell’export che segnerà un nuovo record.

Questo, in sintesi, è il quadro illustrato dalla presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, Barbara Colombo, durante l’Assemblea.

I commenti della Presidente uscente

“Il 2023 si è confermato un anno davvero favorevole per l’industria italiana della macchina utensile – ha affermato Barbara Colombo commentando i dati di settore – Questo exploit dimostra, ancora una volta, la flessibilità delle imprese italiane capaci di riorientare rapidamente la propria attività verso i mercati più dinamici. Tuttavia l’andamento della raccolta ordini di questi primi sei mesi conferma la debolezza della domanda che, sia in Italia che all’estero, subisce l’instabilità del contesto. Per il mercato interno, se questo rallentamento può essere considerato in parte fisiologico, vista l’eccezionale espansione del biennio appena passato, è altrettanto vero che, sul risultato, ha pesato l’incertezza intorno a Transizione 5.0. L’attesa prolungata dell’operatività del provvedimento e la mancanza dei decreti attuativi hanno creato un doppio effetto negativo. Da un lato, hanno determinato la sospensione delle decisioni di acquisto da parte degli utilizzatori, in attesa che il provvedimento fosse chiaro. Dall’altro hanno, almeno in parte, oscurato la disponibilità del provvedimento 4.0 che è tuttora in vigore ma che, per molti operatori, è finito nel dimenticatoio”. 

Con l’entrata in funzione di Transizione 5.0, le imprese manifatturiere italiane avranno l’opportunità di scegliere se operare con uno o con l’altro provvedimento, ben consapevoli che il 5.0 unisce digitale e risparmio energetico mentre il 4.0 continua a insistere esclusivamente sul digitale. A disposizione ci sarà una cifra considerevole: circa 13 miliardi in totale: 6,4 miliardi per il 4.0; mentre 6,3 miliardi sono le risorse certe per il 5.0 dal fondo Repower EU. È indispensabile, però, che Transizione 5.0 sia operativa nell’immediato, per non perdere una parte consistente dei benefici che ha sulla carta. I tempi così compressi tra la disponibilità della misura e il termine di consegna e interconnessione del macchinario (fissato a dicembre 2025), mettono in difficoltà i costruttori italiani che, specializzati nel prodotto super personalizzato, hanno tempi di produzione di circa 6-8 mesi”.

Focus sull’internazionalizzazione

I mercati sui quali i costruttori italiani di macchine utensili rivolgono particolare attenzione sono i seguenti: Stati Uniti, Cina, India, Vietnam e Messico oltre, ovviamente all’Unione Europea. “Esportare è il nostro primo modo di presidiarli – ha affermato Colombo – ma non può e non deve essere l’unico. Un’altra via sono le reti d’impresa, che aggregano diverse aziende del settore in mercati considerati particolarmente attrattivi. UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE è molto attiva in questa direzione. Ad oggi ne abbiamo due: ITC India, attiva da oltre 10 anni, a cui si è aggiunta l’anno scorso IMT Vietnam”.

Strutturarci per essere realmente competitivi sul mercato globale è un processo lungo – ha aggiunto Colombo – Per questo è importante che le autorità potenzino le risorse destinate a supportare l’attività di internazionalizzazione delle aziende, dalle missioni di incoming di operatori esteri alle fiere internazionali che si tengono in Italia, ai tour di visita alle imprese italiane, ai forum all’estero di presentazione dei settori più attrattivi del made in Italy. Ma penso anche alle iniziative con SACE, per le coperture dell’attività di export, e con SIMEST, per i finanziamenti dei progetti di sviluppo estero così come per la partecipazione alle fiere internazionali che si tengono in giro per il mondo”. In conclusione la Presidente ha affermato che la dimensione delle aziende italiane e la dimensione stessa del Paese non sono elementi positivi. Ecco perché l’appartenenza dell’Italia alla UE sarà un fattore imprescindibile, permettendo all’Italia di presidiare i tavoli ‘che contano’ a tutti i livelli.

Barbara Colombo ha concluso il suo mandato, passando il testimone a Riccardo Rosa (Rosa Ermando Spa), che è stato eletto nuovo Presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE per il biennio 2024-2025 durante l’Assemblea dei soci. Riccardo Rosa sarà coadiuvato dai tre vicepresidenti: Filippo Gasparini (GASPARINI, Mirano VE), Giulio Maria Giana (GIUSEPPE GIANA, Magnago MI) e Giuseppe Sceusi (MARPOSS, Bentivoglio BO). Eletto anche il nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione.