Una ricetta originale per l’ASSIOT che verrà
di Fabrizio Cattaneo, Segretario Assiot
Chi si illude oggi di poter continuare a presidiare il business della trasmissione di potenza esattamente come faceva quarant’anni fa, fa un errore enorme cui, probabilmente, non avrà possibilità di porre rimedio.
Nel numero scorso Tomaso Carraro mi ha passato il testimone lasciando il discorso in sospeso tra il futuro di ASSIOT e la torta della nonna. Devo confessare che la prima lettura del suo editoriale mi ha lasciato perplesso. Mi sono chiesto: cosa c’entra la torta della nonna con l’industria 4.0 o, peggio ancora, con il ruolo di guida nella transizione verso questa che – nel numero ancora precedente – Fausto Carboni auspicava per le associazioni?
Ho riletto quindi l’editoriale del Presidente cercando di capire perché vi si sostenesse che per preservare la torta della nonna fosse necessario innovare. D’altronde io, come credo anche molti di voi, sono cresciuto nella certezza che la torta della nonna fosse una sorta di icona della tradizione culinaria, in altre parole quanto di più tradizionale e conservatore si potesse immaginare. Perché mai cambiare le cose? Perché innovare, rischiando di rovinare questo paradigma di bontà? Qui, però, mi sono accorto di una prima cosa: da buona forchetta, ne conosco molto bene il gusto, ma sarei stato capace di farla con le mie mani? In fondo, in cucina me la cavo, basta trovare la ricetta …e via sul web alla ricerca della ricetta “originale”. Ed ecco la seconda e più decisiva scoperta che ha fatto crollare tutte le mie certezze: una ricetta originale…? Non esiste proprio! Non nel senso che non esista una ricetta base e neppure perché ci siano tante varianti – il prodotto è talmente semplice – ma è il concetto di originale come sinonimo di secondo la tradizione che è impossibile recuperare. Qualche esempio: una ricetta consigliava di utilizzare per la base il “preparato” di una nota marca alimentare; un’altra suggeriva di “sciogliere il burro nel forno a microonde”; un’altra ancora, forniva tutte le indicazioni per preparare in soli 10 minuti, con un noto robot da cucina, “una fantastica torta della nonna vegan”. Così, mentre immaginavo la mia povera nonna combattere con le microonde dei robot marziani (per lei i vegani erano i nemici di Goldrake di cui le raccontavo da bambino), nel tentativo di far contento il suo “nipotino” in un contesto così diverso da quando, ormai quarant’anni fa, mi preparava la torta usando solo uova delle galline del suo pollaio, ho finalmente capito: occorre innovare perché cambia il contesto! Cambia quello che ci sta intorno. È il mondo che cambia e noi non possiamo che tenere il passo: non è una possibilità ma una necessità! Non si può farne a meno. Chi si illude oggi di poter continuare a presidiare il business della trasmissione di potenza esattamente come faceva quarant’anni fa, fa un errore enorme cui, probabilmente, non avrà possibilità di porre rimedio.
Allora sì, così mi è chiaro cosa vuol dire che il ruolo di ASSIOT dovrebbe essere – e anch’io vorrei certamente che fosse -: “accompagnare le nostre aziende a intraprendere le giuste strade verso questa nuova frontiera industriale” come concludeva il nostro Presidente… Che poi altro non è che il ruolo originale dell’associazione – vedi Art. 2 comma a) e c) dello Statuto – ma, appunto, declinato in un contesto che sta cambiando profondamente.
Sì, ne sono convinto! Un progetto che riservasse ad ASSIOT un ruolo di questo tipo meriterebbe la più piena e consapevole adesione di tutti gli attori del settore. Delle grandi aziende, che hanno il “dovere” di guidare questo cambiamento e di assumersi il ruolo di “protagonisti obbligati”, coinvolgendo e stimolando i propri fornitori perché sappiano adeguarsi per tempo e possano sfruttare appieno le opportunità di questa nuova rivoluzione. Ma anche delle aziende più piccole, e penso in particolare ai tanti costruttori di ingranaggi che ho avuto l’onore di conoscere e incontrare in questi anni: oggi protagonisti indiscussi di questo settore, per esserlo ancora anche in futuro, devono saper cogliere le nuove sfide che l’industria della Trasmissione di Potenza sta mettendo loro di fronte e volerle affrontare con la stessa passione e la stessa energia che li ha portati ad essere un’eccellenza assoluta a livello mondiale.
Perché, chi sa fare una buona torta, può farla anche adattando la ricetta ai nuovi ingredienti chi, invece, non la sa fare, deve anche imparare a cucinare.
Per il prossimo numero coinvolgo Mauro Rizzolo della Schaeffler. Grazie alla sua esperienza in un’azienda tedesca, ci potrà raccontare come possano considerarsi ancora attuali i “confini nazionali” delle rappresentanze industriali di settore.