Valvole per oil & gas, l’Italia è in prima fila
L’Italia si conferma come una nazione di riferimento in ambito europeo per quanto riguarda le valvole industriali e le soluzioni di flow control in ambito oil & gas: un’industria ad alto tasso di digitalizzazione e innovazione che vale 3,3 miliardi di euro, impiega circa 11.000 addetti e ha in Bergamo e nella Lombardia il suo cuore produttivo. Proprio a Bergamo, non a caso, si terrà il 22 e 23 maggio la terza edizione di IVS – Industrial Valve Summit, con oltre 10.000 visitatori attesi.
di Leonardo Albino
L’industria italiana delle valvole industriali e delle soluzioni di flow control si appresta a vivere il momento “clou” dell’anno. Il 22 e 23 maggio, infatti, si terrà a Bergamo la terza edizione di IVS – Industrial Valve Summit, un evento in decisa crescita che mostra, almeno nelle premesse, un settore in piena salute, che si prepara ad affrontare le sfide tecnologiche e ambientali incombenti.
Promossa da Confindustria Bergamo ed Ente Fiera Promoberg, la terza edizione di IVS ospiterà 250 aziende suddivise in due padiglioni per 13.000 m2 di esposizione. Oltre 10.000 visitatori sono attesi quest’anno, circa il 30% in più delle 8.000 presenze fatte segnare dall’edizione del 2017.
Un comparto che vale 3,3 miliardi di euro e impiega 11.000 addetti
Per il mercato italiano, il comparto delle valvole oil & gas ha, in termini di valore, un peso superiore rispetto alle altre maggiori economie europee, come quella tedesca, inglese e francese. Gli ultimi dati di settore disponibili, in particolare, evidenziano che il valore del mercato di riferimento si attesta attorno ai 3,3 miliardi di euro. Il comparto delle valvole oil & gas impiega in Italia circa 11.000 addetti, al lavoro in più di 300 imprese. Guardando al totale della produzione europea, l’Italia si conferma come la nazione di riferimento, con una quota del 31% sulla produzione europea complessiva, seguita da Germania (26%), Regno Unito (13%) e Francia (11%).
Anche il ruolo di Bergamo – sede dell’Industrial Valve Summit – si conferma quantomai centrale: oltre il 90% della produzione italiana di valvole industriali e soluzioni di controllo del flusso per l’oil & gas è localizzata nel raggio di 100 km dalla città orobica. Le aziende del comparto, inoltre, sono in prima fila nel panorama manifatturiero meccanico nazionale grazie all’alto valore aggiunto tecnologico e ai numerosi investimenti fatti in ricerca e sviluppo.
“Con l’Industrial Valve Summit, Bergamo diventa per due giorni la capitale mondiale delle valvole industriali. I numeri sempre crescenti di aziende presenti e di visitatori professionali creano un circolo virtuoso che, di fatto, diventa moltiplicatore di attività commerciali, turistiche e, naturalmente, industriali”, ha detto Luigi Trigona, Segretario Generale dell’Ente Fiera Promoberg.
“Una fiera nata dalle imprese, per le imprese, espressione diretta delle aziende stesse”, ha definito IVS Giovanna Ricuperati, vicepresidente di Confindustria Bergamo. “IVS valorizza una filiera d’eccellenza del nostro territorio che compete nel mercato mondiale dell’oil & gas”.
A livello globale, l’oil & gas vale ben più di 200 miliardi
Un mercato che, visto da una prospettiva globale, mostra immediatamente la sua portata. I dati relativi all’anno 2017 parlano, infatti, di un fatturato di 230 miliardi di euro, contribuendo a un gettito fiscale di 30 miliardi di euro a fronte di un consumo pari a 1,178 Mtep (tonnellate equivalenti di petrolio).
Sempre nel 2017, la domanda interna di gas, per quanto riguarda l’Italia, è stata di 75,2 miliardi di metricubi, il 93% dei quali importati, il resto di produzione nazionale e, di questi, il 60% proveniente da estrazione di gas naturale e il 40% dalla raffinazione di petrolio.
Sempre nel 2017, il gas ha contribuito per il 36,2% alla domanda di energia primaria del nostro paese e le previsioni per il futuro sono di un consumo sempre in crescita nei vari settori di applicazione. Relativamente al settore petrolifero, sempre nel 2017 erano 11 le raffinerie attive in Italia, per una capacità di 87,2 milioni di t, mentre le esportazioni totali di greggio, semilavorati più prodotti petroliferi sono state di 32 milioni di t (fonte: MISE).
Anche il petrolio, così come il gas, giocherà un ruolo significativo nel prossimo futuro, in particolare nei trasporti; settore che è comunque impegnato nello sviluppo di tecnologie e miscele sempre più ecocompatibili anche grazie alle sinergie con il settore.
Gli hot topic di un comparto sempre più digitalizzato
Ma quali saranno i principali trend di sviluppo del settore oil & gas? Secondo uno studio promosso dalla società di consulenza Minsait, che ha coinvolto 263 manager del settore, Internet of Things e gli sviluppi del cloud saranno resteranno anche nei prossimi anni degli “hot topic” anche nei prossimi anni, caratterizzati sempre più da un contesto di sfide alla ricerca dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità. La necessità di rispettare le stringenti normative ambientali fa sì che le aziende che operano in ambito oil & gas debbano sempre più modificare il loro modello di business, spesso promuovendo partnership con l’obiettivo di favorire l’emergere di opportunità che riguardano integrazione della supply chain logistica, trading e flusso dei pagamenti.
La trasformazione digitale, tuttavia, interessa sempre più da vicino il settore: è questa, infatti, la strada individuata come driver per la crescita e, dunque, per l’incremento dell’efficienza e della sicurezza. Molti player stanno, infatti, virando verso piattaforme cloud-based per l’immagazzinamento dei dati di produzione. Un approccio favorito anche dalla crescente importanza di applicazioni che fanno uso di strumenti di analytics e intelligenza artificiale per la gestione delle decisioni strategiche.
Un’altra tendenza imperante riguarda la rappresentazione digitale degli asset fisici, quindi l’introduzione sempre più spinta dei cosiddetti “digital twin” che guidano lo sviluppo di soluzioni innovative per la gestione di asset critici a monte e a valle della catena del valore. Si tratta di iniziative che vanno dalla visualizzazione delle superfici alla perforazione vera e propria, fino al controllo della corrosione delle condotte e così via. L’utilizzo delle tecnologie di realtà aumentata o realtà virtuale si inserisce proprio in uno scenario del genere.
Altri trend di cui si parla con sempre maggiore insistenza riguardano l’adozione di dispositivi IoT e di edge computing per la produzione, lo storage e l’analisi dei dati di produzione provenienti dai sensori e dagli altri rilevatori presenti sugli impianti.
L’attenzione ai dati di produzione e le raffinate strategie di analisi è, oggi, imprescindibile per ottimizzare la produzione anche in ambito oil & gas.