Il valore etico della qualità
Il Convegno “Quality 4.0. L’evoluzione digitale della catena del valore nel settore industriale” – ricco di testimonianze di aziende che stanno affrontando la “sfida” della digitalizzazione – è stato il “ponte” tra l’edizione 2018 della Campagna Nazionale della Qualità (ideata e promossa dal Gruppo Galgano) e l’edizione 2019, già iniziata e ispirata al Valore Etico della Qualità.
Lo scorso febbraio a Milano si è tenuto il Convegno “Quality 4.0. L’evoluzione digitale della catena del valore nel settore industriale”, con cui si è conclusa ufficialmente l’edizione 2018 della Campagna Nazionale della Qualità. L’incontro ha registrato un grande successo di pubblico, merito sia dei temi trattati sia delle testimonianze dirette di aziende del calibro di A2A, Ansaldo Energia, CNH Industrial, Comau (Gruppo FCA), Electrolux, I-Care. Obiettivo è stato quello di cercare di dare una risposta a importanti quesiti attraverso la voce di best practices aziendali, che a loro volta stanno affrontando la “sfida” di Quality 4.0 nei diversi processi aziendali (sviluppo prodotto – processi produttivi – supply chain – organizzazione del personale – service e post vendita). Ad aprire i lavori è stata Mariacristina Galgano, amministratore delegato del Gruppo Galgano, una delle più affermate realtà italiane di consulenza di direzione e formazione manageriale con oltre 56 anni di esperienza maturata nel settore. “La Cultura Operativa della Qualità si trasmette attraverso questa modalità di lavoro: considerare i problemi come tesori, gli errori come fonti di apprendimento, la standardizzazione in ogni attività che la richiede, l’approccio scientifico a ogni livello aziendale, riconoscimenti ai team di lavoro, focus sui processi. Sicuramente, la trasformazione digitale impone a tutte le aziende di imparare a utilizzare le nuove tecnologie per offrire nuovi servizi e per digitalizzare i propri processi. Tutto questo richiede un notevole sforzo di apprendimento continuo e profondo. Una sfida che le aziende sono consapevoli di dover fare”, ha commentato Mariacristina Galgano.
Il Capitale Umano al centro della trasformazione digitale
Secondo l’esperienza di Luca Manuelli, chief digital officer di Ansaldo Energia (azienda organizzatrice – insieme al Gruppo Galgano – del Convegno, la cui prima edizione si è tenuta a Genova), “porre il Capitale Umano al centro della propria trasformazione digitale è un elemento qualificante dello sviluppo strategico di Ansaldo Energia che ha permesso alla nostra Fabbrica di Genova di essere selezionata come il primo Lighthouse Plant del Piano Impresa 4.0. Lo sviluppo di competenze idonee per applicare al meglio le nuove tecnologie digitali sarà indirizzato anche con il supporto di START 4.0, uno degli otto Competence Center qualificati del MISE dei quali Ansaldo Energia è uno dei partner fondatori. L’estensione dei benefici della tecnologia digitale alla propria filiera di fornitori composta anche da PMI italiane è un ulteriore obiettivo perseguito da Ansaldo Energia attraverso il Programma AENet 4.0 supportato dal network dei Digital Innovation Hubs di Confindustria”.
Secondo l’esperienza di Enrica Rita Vaccarino, reliability engineer manager & data analitycs engineer EMEA/APAC di CNH INDUSTRIAL, “in CNH Industrial la digitalizzazione della qualità è in costante crescita specie attraverso la telematica. Questo per assicurare al massimo i nostri clienti, che con i nostri prodotti fanno il loro business, garantendo la piena disponibilità dei medesimi. Parlare di Digital Innovation in CNH è complesso in quanto coinvolge molti settori. Nel nostro gruppo si seguono i programmi di affidabilità di nuovi prodotti in sviluppo nelle regioni EMEA e APAC; non abbiamo da sempre avuto la cultura del “dato” ma non abbiamo mai smesso di fare miglioramento continuo sulle metodologie cercando nuove opportunità per aggiungere valore all’azienda. Abbiamo individuato alcune aree in cui potevamo trovare informazioni per dare nuovo valore alla nostra azienda (come il database warranty e il telematics data (data base multidimensional analysis in forte crescita) e abbiamo scelto di adottare la piattaforma SAS, Visual Analytycs che ci permette ad esempio di redigere report dinamici per capire connessioni su cluster diversi a livello di mission. Stiamo quindi integrando telematics e big data, anche se abbiamo margine di crescita. Il nostro scopo globale è passare da un comportamento reattivo a uno proattivo, cioè anticipare il futuro attraverso modelli sempre più affinati e robusti. Anticipare il futuro anziché reagire a quello che sta accadendo.
Al momento le skill presenti all’interno del nostro team sono sufficienti e in continua crescita. Abbiamo rinforzato il nostro team con giovani risorse con le quali il nostro coaching è in contatto quotidiano”.
Un’evoluzione graduale e per fasi
Nel suo intervento Maurizio Cremonini, Comau Head of Marketing and Digital Initiatives Platform, ha ribadito l’importanza della digitalizzazione sottolineando i molteplici benefit derivanti dal suo utilizzo. “L’impiego di prodotti e tecnologie digitali permette alle imprese del settore manifatturiero di ottenere benefit significativi per la propria produttività. La digitalizzazione consente infatti di aumentare la qualità dei processi di lavoro. Grazie a un monitoraggio costante e completo dei sistemi di lavoro è possibile prevedere eventuali stand-by di produzione, contenendo i costi interni di gestione e manutenzione. Processi di lavoro più snelli consentono infine di ridurre in modo significativo il time-to-market, migliorando così la propria produttività globale. Comau supporta le aziende, di qualunque dimensione e settore, che vogliano innovare i propri processi produttivi in ottica 4.0, con soluzioni dedicate.
Per quanto ci riguarda, per introdurre la digitalizzazione è stato elaborato un piano che si sviluppa in diverse fasi. La prima fase consisteva nell’attività di “alfabetizzazione”, rivolta a tutta l’azienda e in particolare al management, necessaria per spiegare cosa significhi digitalizzare le attività di manufacturing e quali sono i requisiti necessari per attuare la trasformazione digitale nel nostro settore. La seconda fase prevede la concentrazione di tutte le competenze ed esperienze maturate nel mondo digitale al fine di creare una nostra piattaforma digitale. La piattaforma ha tre finalità: lo sviluppo di prodotti, lo sviluppo di progetti e di attività di retrofitting digitale e un’attività di sensibilizzazione a livello aziendale. Oggi Comau sta completando la seconda fase del processo di trasformazione. Necessariamente il processo di digitalizzazione deve avvenire per tappe, seguendo un percorso graduale, ma la nostra azienda è pronta ad offrire ai clienti il necessario supporto per poter applicare ai propri processi produttivi il digital manufacturing”.
Imparare ad imparare
Come ha sottolineato Maurizio Cremonini, il cambiamento richiesto dalla digitalizzazione deve avvenire gradualmente, a step: si parte dai vertici per arrivare, a cascata, fino alla base della piramide organizzativa. “Il Change Management va considerato come un fattore critico di successo in una trasformazione digitale in essere”, ha sottolineato Emilia Rio, direttore risorse umane, HSE, organizzazione e change management di A2A. E aggiunge: “La digitalizzazione è destinata a “rivoluzionare” i ruoli, le figure e le mansioni delle persone in azienda.
Ciò comporta, da un lato, la nascita di nuove professionalità e dall’altro la diminuzione di un certo tipo di occupazione (mi riferisco alle figure professionali con incarichi più semplici, a coloro che svolgono mansioni prettamente manuali e con minore valore aggiunto). La sofferenza sarà avvertita solo da chi non capirà l’importanza di evolvere e di imparare. La vera sfida che porta con sé la digitalizzazione è dunque imparare ad imparare. Probabilmente, tutto ciò richiederà anche a un ripensamento di quelli che sono i sistemi scolastici e formativi attualmente in vigore.
Stiamo vivendo un periodo molto interessante, dove ciò che era attuale fino a ieri non lo è oggi, e dove ciò che sarà attuale domani non lo sarà più nel giro di pochi anni”. Durante il convegno “Quality 4.0. L’evoluzione digitale”, nel suo intervento Emanuele Quarin, direttore digital & lean trasformation – EMEA di Electrolux, ha presentato il Progetto “Fabbrica 4.0 Porcia” in logica di trasformazione digitale a supporto dei processi di Manufacturing e della relativa Supply Chain. L’ultimo intervento della giornata è stato quello di Giulia Baccarin, cofounder & managing director di I-CARE ITALIA, che ha sottolineato come “intelligenza e algoritmi non sono sinonimi. Algoritmi uguali su basi dati diverse danno luogo ad intelligenze diverse. È la competenza di dominio il vero driver che qualifica una intelligenza artificiale utile per l’uomo”.
Saper valorizzare l’enorme patrimonio di conoscenze
Le testimonianze delle aziende che hanno animato il convegno “Quality 4.0. L’evoluzione digitale della catena del valore nel settore industriale” hanno suscitato grande interesse tra i partecipanti, che hanno rivolto numerose domande ai diversi relatori.
Grande soddisfazione è stata espressa anche da Mariacristina Galgano, amministratore delegato del Gruppo Galgano: “L’obiettivo di questi eventi è quello di condividere esperienze e best practices soprattutto in un tema così importante come la trasformazione digitale che le aziende italiane devono saper cogliere per saper valorizzare l’enorme patrimonio di conoscenze e l’enorme abilità nel generare prodotti e servizi di grande qualità. In questo, ci si collega al tema drammatico del mismatch (di cui si è parlato anche oggi). Le scuole italiane sono in grado di preparare questi nuovi profili di cui le aziende avranno sete infinita per evitare che si crei quel disallineamento tra offerta di lavoro che c’è oggi sul mercato e quello di cui effettivamente le aziende hanno bisogno? Si tratta di un tema importantissimo, e a mio parere questo significa anche saper fare gruppo, lavorare con il territorio, con gli altri stakeholders, per essere in linea con questo progetto di sviluppo.
Viceversa, le aziende italiane rischiano di essere meno pronte ad affrontare queste sfide che in realtà sono grandi opportunità. L’obiettivo di questo convegno (come di tutti i convegni da noi realizzati) è quello di fare cultura, di condividere in modo concreto le esperienze e le innovazioni, portando la voce diretta delle aziende, con le quali instaurare un rapporto di network, uno scambio di esperienze che a mio parere è il vero valore di essere parte di un gruppo”.
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