I vantaggi di due tecnologie riuniti in un nuovo prodotto
Le nuove presse pneumoidrauliche ad azionamento manuale MOP di Alfamatic garantiscono altezze di alloggiamento superiori con un aumento della “luce di lavoro” disponibile di circa 100 mm per ognuno dei quattro modelli e delle due taglie disponibili. Garantite anche maggiore sicurezza e affidabilità grazie a un nuovo controllo elettronico progettato e realizzato ad hoc da Alfamatic.
Frutto di un anno e mezzo di lavoro da parte dell’ufficio tecnico di Alfamatic che ha riprogettato completamente la serie Tromboline presente su mercato dal 1996, le nuove presse pneumoidrauliche ad azionamento manuale serie MOP (acronimo di Manual OP) uniscono la versatilità e la forza tipica di una pressa idraulica con la maneggevolezza di una pressa manuale a cremagliera. Rispetto alla serie precedente, questa seconda generazione di presse garantisce altezze di alloggiamento superiori che consentono di lavorare pezzi di dimensioni superiori: le nuove MOP, infatti, garantiscono un aumento della “luce di lavoro” disponibile di circa 100 mm per ognuno dei quattro modelli e delle due taglie disponibili. Altro elemento distintivo di questa nuova serie è la maggiore sicurezza e affidabilità grazie a un nuovo controllo elettronico progettato e realizzato ad hoc da Alfamatic.
Riprogettato circa il 70% dei componenti totali
La riprogettazione della serie Tromboline ha coinvolto circa il 70% dei componenti delle precedenti presse, coinvolgendo anche l’aspetto del design della carteratura e del pannello frontale. In questo modo Alfamatic ha conferito al prodotto una nuova veste estetica più moderna. Le nuove presse pneumoidrauliche mantengono la composizione strutturale della serie precedente: un basamento in acciaio; una piastra di lavoro per l’appoggio dello stampo; un gruppo testa superiore costituito da un gruppo meccanico-manuale per l’avvicinamento al pezzo, azionato da un dispositivo a leva e da un moltiplicatore di forza pneumoidraulico a innesto automatico per la corsa di pressatura. Tutta la parte meccanica è stata riprogettata in modo da rendere il funzionamento ancora più fluido, morbido e confortevole, richiedendo molta meno fatica all’operatore e con livelli di sicurezza e facilità d’uso difficilmente realizzabili. Per aumentarne ulteriormente l’affidabilità, la nuova pressa introduce un’evoluzione anche nelle tenute idrauliche e pneumatiche. Ad essere rivisto è stato quindi soprattutto l’intero gruppo di rotazione nella testa, che rappresenta il “cuore” della pressa, composto da pignone e cremagliera che governano la discesa azionata dalla leva manuale, provvedendo alla chiusura dello stampo. Le nuove MOP segnano però il passaggio da una gestione pneumatica a una elettropneumatica delle funzionalità della pressa. Il nuovo apparato di potenza è, infatti, elettropneumatico con alimentazione pneumatica ad aria compressa fino a 6 bar e la parte di controllo totalmente elettrica. La gestione completamente elettrica della parte inerente la sicurezza garantisce che leva e pulsante salvamano siano azionati con precisa contemporaneità, assicurando che l’operatore lavori in modo totalmente sicuro.
Un ciclo di lavoro diviso in tre fasi
Il ciclo di lavoro di una pressa pneumoidraulica ad azionamento manuale si compone di tre fasi. La prima consiste in una corsa di accostamento, durante la quale la leva aziona la discesa dello stelo mediante un dispositivo pignone/cremagliera, consentendo così l’accostamento dell’utensile sul pezzo da lavorare. La seconda fase prevede la corsa di innesto dell’intensificatore di forza tramite un sistema a frizione. Infine, la terza fase consiste nella corsa di pressatura vera e propria. Il rilascio successivo della leva determina poi il ritorno alla posizione di partenza della corsa. I settori di impiego della nuova serie di presse MOP sono i più diversi: dall’assemblaggio al piantaggio di boccole, cuscinetti, bronzine e silent block alle lavorazioni della lamiera, come acciaccature, marcature, improntature fino alle operazioni di ripresa e sbordatura.
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